Bergamo si sta abituando alla continuità pugilistica ad alto livello sperando che dalla fucina dei Bugada, escano fuori ragazzi in grado di riprendere il discorso pugilistico, considerato che la città ha un potenziale di pubblico notevole. Dopo le WSB è arrivato il tempo dell’europeo e del tricolore professionisti. In collaborazione con la OPI2000 della famiglia Cherchi, appuntamento sabato sera al Palasport Piscine Italcementi, struttura adattissima alla boxe.
Evento trasmesso su Italia 1 dalle 23.45. L’imbattuto Emiliano Marsili (30-0-1) difende la cintura continentale leggeri e ritrova l’ungherese Gyorgy Mizsei jr. (21-12) figlio d’arte, che a soli 21 anni, ha esperienza da vendere, avendo frequentato la palestra di Kiskunfelegyhaza, cittadina di 30.000 abitanti non lontana dalla capitale Budapest, fin da piccolo. Papà Gyorgy è stato un superwelter di ottima quotazione, bronzo ai Giochi di Barcellona nel 1992, sconfitto dal cubano Carlos Lemus in semifinale.
Terzo agli europei di Velje in Danimarca nel 1996, fuori negli ottavi ad Atlanta nello stesso anno. Una strana carriera professionistica: debutto nel 1997 con una sconfitta e una vittoria, stop fino al 2006 con una vittoria e fine della carriera l’anno dopo con un pari. Piccolo particolare, dai superwelter è salito ai cruiser. Molto più continuo come insegnante. Il figlio ha respirato pane e boxe in tenera età. I primi incontri a 14 anni, nel 2012 a diciannovenne, il salto nel professionismo. L’attuale record non è esaltante: 12 sconfitte contro 21 vittorie, etichettandosi subito pugile con la valigia. Bastano i numeri a dimostrarlo.
Dei 33 incontri disputati, solo 12 in patria, il resto nel mondo: Slovacchia, Inghilterra, Canada, Sud Africa, Belgio e Italia, dove al debutto lo scorso aprile, a Solofra in Campania, ha tolto la cintura UE leggeri a Brunet Zamora. La seconda volta a Viterbo, pur sconfitto nettamente ha creato non pochi problemi a Marsili. Mi sono dilungato sullo sfidante, per spiegare come a 21 anni ne ha già masticato più di tre tra i prize-fighter, non tanto sui ring di casa contro collaudatori comodi, ma all’estero contro rivali decisi a batterlo. Come è sempre avvenuto. Unica eccezione la Slovacchia, dove ha raccolto molti successi. Vista l’altezza da medio e lo smisurato allungo, boxa di rimessa e si avvale di grande mobilità sulle gambe e sul tronco, spesso al limite del regolamento, usando anche la testa, abbracciando gli avversari a corta distanza.
Marsili da ottimo contrista, soffre questi pugili e lo ha dimostrato a Viterbo. Oltretutto il magiaro è avversario a sorpresa, in quanto quello designato era Antonio De Vitis (26-4-1) il brindisino al quale veniva offerta una ghiotta opportunità. Purtroppo la scorsa settimana una bronchite inattesa lo metteva ko, senza combattere. Salvatore Cherchi ha bussato a molte porte, ma solo Mizsei si è detto disponibile. Accettando un bis nel quale nulla ha da perdere ma solo da guadagnare, oltre alla borsa inattesa.
Marsili è pugile molto intelligente, che pur avendo debuttato al professionismo dal 2003, ha iniziato la vera carriera solo nel 2010,quando a Brescia, scalzava l’allora imbattuto Luca Marasco dal titolo italiano leggeri. Dopo le difese con Di Silvio e Gassani, la grande impresa a Liverpool battendo a sorpresa per gli inglesi il favorito Derry Mathew, impallinato letteralmente e costretto alla resa nel settimo round. Il match valeva il titolo IBO, che in molti paesi è una sigla mondiale. Da noi, non essendo riconosciuta, dava l’impressione di una cintura pericolosa. Non entro nel merito delle decisioni successive. Altro capolavoro, il ko inflitto all’ottimo Luca Giacon, prendendosi l’europeo il 9 aprile 2013. Dopo quel trionfo quattro difese positive. Stasera dovrà confermare il suo valore.
Un altro confronto stuzzicante riguarda il tricolore superleggeri, attualmente vacante, dopo le dimissioni di Andrea Scarpa (16-2), che ci ha ripensato e prova a tornare sul podio. Avversario il vogherese adottivo Francesco Acatullo (7-2-1) forse un passo rischioso, ma non certo arrendevole. Scarpa ha un destro mortifero, mentre il rivale boxa di rimessa e non ama lo scambio corto. Sarà comunque una battaglia rovente. Gli otto round previsti tra Roberto Ruffini (5-5-2) e il più esperto Emy De Prophetis (16-6) valgono il ruolo di sfidante del campione.
A Bergamo giornata storica per la Lega Pro Italiana. Si elegge il consiglio direttivo della struttura su cui si ripongono le speranze del nostro professionismo, dopo il diktat dell’AIBA, che non riconosce altro professionismo fuori dall’APB. Nella mattinata verrà riconosciuto il presidente Carlo Nori, unico candidato, successivamente verranno eletti 4 organizzatori senior e 2 jr., 2 rappresentanti dei pugili, 1 tecnico, 1 procuratore. Le cariche hanno durata biennale, fino al 31-12.2016. Col supporto della FPI, mentre dal primo gennaio 2017, verrà fondata la Federazione Professionistica Italiana.