Boxe, Europei Ucraina: due medaglie per l'Italia

Pubblicato il 22 giugno 2017 alle 14:59:40
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Kharikiv (Ucr). Dopo una maratona di pugni durata sei giorni, il campionato europeo di boxe elite, giunto alla 42° edizione, la più longeva delle rassegne continentali, si è concesso un turno di riposo.  Per giungere alla vigilia delle semifinali, si sono disputati 194 incontri, impegnando per sei giorni i 234 pugili iscritti alla rassegna. Promosse 19 nazioni delle 39 iscritte, come era accaduto nel 2015 a Samokov in Bulgaria. Per l’Europa si è trattato del primo esame importante dopo i Giochi di Rio, in proiezione di Tokyo 2020 e prima, dei mondiali in Germania ad Amburgo: 25 agosto-3 settembre.  L’assegnazione dei pass, 8 per categoria, ha reso ancora più interessante la manifestazione. Per la rassegna iridata, hanno ottenuto il ticket rappresentanti di 26 nazioni, media molto alta a livello di qualità. Già a quel punto è parsa evidente la crescita della Gran Bretagna, dopo l’oro di Cordina (60 kg.) e gli argenti di Horn, Ali, Ashfaq e Pat McCormack nel 2015, contro i quattro ori russi e i tre dell’Irlanda. Stavolta con otto semifinalisti pare destinata a contendere a Ucraina (6), Russia (5) e Irlanda (3), la supremazia assoluta. Una bellissima lotta, alla quale altre 15 nazioni prenderanno parte a conferma dell’ampio equilibrio di vertice. Mancano due giorni alla conclusione di un torneo che non ha tradito in fatto di spettacolo e sorprese. Prima di arrivare a indicare i magnifici 40 che comunque saliranno su podio, numerose le bocciature clamorose.
 
La Russia ha perduto due delle migliori punte: Dunaytsev (64) iridato ed europeo in carica, bronzo a Rio, superato dall’irlandese McComb all’esordio e il medio Khamukov, campione 2015, a spese dell’ucraino Khyzhniak, classe ‘95, oro iridato youth e vincitore agli europei U22 a Braila. E’ stata una finale anticipata, intensa e spettacolare. Out pure Galanov (52), Nazirov (56) e Soblylinskii (69).  Fuori dalle medaglie il veterano moldovo Gojan, 34 anni, alla nona presenza europea, oro nel 2011 e argento nel 2002, battuto dall’ucraino Butsenko, argento 2013. Poco fortunata l’Azerbajan, che rientrava dopo l’assenza nel 2013, un solo atleta presente, che ha perduto nove dei dieci iscritti, tra i quali l’ex cubano Sotomayor, secondo ai Giochi di Rio nei 64 kg., gli iridati in carica Mamishzada (52) ad opera dell’italiano Cappai e il +91, Majidov, oro iridato 2013, 2015, bronzo a Londra e campione d’Europa 2013, battuto di misura dal francese Aboudou, bronzo U22, come il quotato massimo Abdullayev, seconda testa di serie, finito ko dal britannico Cheavan Clark al primo round. Esclusi Aliyev (56) dall’irlandese Walker e Baghirov (69) dall’ucraino Barabanov nei quarti. Unico ad aver raggiunto le semifinali, il medio Shakhsuvarly. Altri esclusi eccellenti: l’olandese Mullenberg (81) argento 2013 e 2015 e i bielorussi Kastramin argento uscente e il veterano, Sarfaryan classe ’84, finalista nel 2013 davanti al pubblico di casa a Minsk, battuto dall’ucraino Pavlo Ishchenko, che in questa edizione veste i colori di Israele e ha raggiunto le semifinali. Segnale molto importante, la diminuzione delle ferite, dopo aver tolto il casco. Tra i campioni uscenti, restano in corsa i russi Egorov (49) e Tishchenko (91), il bulgaro Asenov (52) e l’irlandese Ward (81), lanciato verso il terzo oro, dopo il 2011 e 2015.  Tra le curiosità, l’israeliano Ishchenko (60), che oggi affronta in semifinale il russo Mamedov, nel 2013 vinceva l’europeo per l’Ucraina. Ha sfiorato il podio il danese di origine magrebina El Hammad nei 56 kg. che compirà 19 anni a novembre, il più giovane dei partecipanti. Lo rivedremo ancora diciottenne ai mondiali di Amburgo.                                                                                                                

L’Italia, pur con una squadra d’emergenza, ha già in messo in archivio lo stesso risultato del 2015 a Samokov in Bulgaria, adesso come allora: due azzurri in semifinale.  Il c.t. Emy Renzini, precisa che il risultato a prescindere da quello definitivo, può definirsi  parzialmente soddisfacente. “Siamo arrivati in Ucraina con Mangiacapre reduce da malanni vari e un allenamento di 10 giorni. Nonostante una condizione al 40% ha sfiorato addirittura la medaglia.  Gli è mancato un nulla, come dimostra il 2-3 contro il tedesco Baraou, che spera di ritrovare ai mondiali per dimostrare chi è realmente il migliore e dedicare la medaglia al primo figlio nato da poco. Il minimosca debuttante Federico Serra ha disputato due match con la mano destra infortunata, guadagnandosi l’accesso ai mondiali. Cappai, è stato autore di una prova maiuscola contro l’azero  Mamishzada, il favorito, iridato in carica e titolare a Rio. La sconfitta con l’inglese Farrell, non mi ha convinto, d’altronde questi giudici di verdetti errati ne hanno compilati parecchi. In particolare contro Di Lernia (64) che aveva espresso un pugilato decisamente migliore contro il lituano Petrauskas, un piccoletto tutto sberle, che gli arbitri ignorano e i giudici condividono. A dimostrazione, la sconfitta del cubano passato all’Azerbajan, contro il polacco Polski. Sotomayor, boxa da vecchio pro, sempre al limite (colpi strisciati, tenute e spinte, uso dei gomiti e testa pericolosa. L’altra sera un arbitro ha avuto il coraggio di rilevare il quanto e alla fine la sconfitta è stata chilometrica. Purtroppo una rondine non fa primavera e molti vanno avanti senza meriti pugilistici. Di Lernia ha mostrato pugilato, Petrauskas solo scariche esterne e molte spinte. Purtroppo il lituano è a medaglia e l’italiano fa da spettatore. Nei leggeri, siamo giunti a Splendori, dopo le rinunce a vario titolo di Magnesi, Maietta e Canonico. Per Manfredonia e Fiori, recuperati all’ultimo momento, destini diversi ma entrambi da elogiare. Il giovane Di Serio (56) è ancora carente sul piano atletico, ha qualità ma non resistenza. Ci voleva un giorno di recupero dopo la vittoria su Tanko (Svk), che gli è valsa la promozione ai mondiali, per ripetersi contro Walker (Irlanda) che a match unico aveva dominato a Dublino lo scorso maggio. Contavamo su Cappai, Cavallaro e Vianello che purtroppo è mancato alle attese, anche se a 23 anni, puoi recuperare.  Cavallaro come Manfredonia sono a medaglia. Purtroppo, affrontano  l’ucraino Khyzhniak e l’irlandese Ward, i favoriti assoluti al titolo. Abbiamo sei italiani promossi ai mondiali. Di più non si poteva chiedere”. Venerdì le semifinali con otto inglesi sul ring, sei ucraini, cinque russi e tre irlandesi. Oltre a due italiani.