Boxe - Doppio tricolore il 2 luglio ad Asti: Etinosa-Lezzi e Sperandio-Abatangelo

Pubblicato il 9 giugno 2021 alle 19:30
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

Il 2 luglio ad Asti allo stadio comunale Censin Bosia, in via Ugo Foscolo, con inizio alle 19, per la Loreni Boxe, importante appuntamento con due tricolori. Nei medi, Oliha Etinosa (14) 22 anni, affronta lo sfidante Francesco Lezzi (14-17-2) 31 anni di Bari, mentre il romano Adriano Sperandio (13-1) 33 anni, difende la cintura mediomassimi contro l’esperto Stefano Abatangelo (23-7-1), di Montanaro (To), 39 anni, pro dal 2005, già tricolore 2013 e 2018, due volte si è battuto per l’europeo. Interessante debutto al professionismo di Valentina Bustamante, 25 anni nata a Bergamo, doppio passaporto, mamma cilena, campionessa italiana in carica, protagonista nei leggeri al torneo di Belgrado di fine aprile, dove ha battuto la greca Pita e l’inglese Dubois, che puntano a Tokyo. La giovane inglese, a Parigi, ha eliminato la finlandese Potkonen, grande favorita. L’allieva del maestro Paragnani, affronta la romena residente a Torino, Daniela Panait (1-0-1), 39 anni, tre volte argento agli assoluti italiani. Sui sei tempi, il welter Jurgen Mullai (1), 26 anni, di Asti origini albanesi c. Angel Mariano Castillo (2-7), 34 anni residente a Roma, superwelter: Elvio Antonietti (6-2) 31 anni, svizzero c. Danilo Cioce (2-11-1) di Bari 34 anni; welter: Marcello Matano (21-4), 35 anni di Occhiobello c. Giuseppe Rauseo (2-61-5), anni 40, di Vallata (Avellino); piuma Hassan Nourdine (11-5) 33 anni, di Asti c. Cristian Narvaez (16-26-6) del Nicaragua, residente nel veneto, 26 anni.

Il 19 giugno a Genzano di Roma, boxe all’aperto. In piazzale Sforza Cesarini, torna sul ring il welter Mirko Geografo (16-1-1), già tricolore nel 2018, opposto al brasiliano Paulo Cesar Galdino (10-3), campione del Sud America 2019, all’esordio in Europa, con sette vittorie prima del limite su dieci successi, ma anche 2 ko subiti nelle tre sconfitte. In palio il titolo Latino IBF vacante.

Il 25 giugno torna sul ring, l’inossidabile Emiliano Marsili (39-0-1) sul lungomare della sua Civitavecchia, contro il belga Stephane Jamove (33-8-1) per il Mediterraneo IBO leggeri. In cartellone, i welter Luigi Zito e Stefano Ramundo e i superleggeri Mauro Loli e Charles Metonyekpon per le cinture FPI.

Il 29 maggio a Pinerolo (To), Arianna Delaurenti (1) ex campionessa italiana dilettanti (2016-2017) titolare ai mondiali 2018, al secondo match da pro, batte sui 4 round la serba Marjana Dasovic (0-9). La non più verde Giuseppina Di Stefano (3-0-1), 36 anni, supera sugli otto round Snezana Siljkovic (1-10-3), anche lei serba. Il superpiuma Luca Scarano (4-1) vince per kot (ferita) al terzo, sul serbo Arnold Tot (0-4). Il 13 luglio a Fontany (Francia) l’ex tricolore superleggeri Luciano Randazzo (15-3-4), affronta il locale Massi Tachour (15-4) titolare UE, in una sfida volontaria.

Il 16 luglio a Roma, per la BBT di Davide Buccioni, il calabrese Francesco Versaci (21-3-1) 35 anni, pro dal 2005, mette in palio il tricolore massimi leggeri contro lo sfidante Mattia Faroni (6-1-1) 29 anni. I due si erano affrontati, sempre a Roma, il 26 marzo e l’incontro era stato fermato al primo round, per ferita di Faraoni su testata involontaria ed era stato decretato il pari tecnico.

Il campano-fiorentino Orlando Fiordigiglio (32-3) rinuncia al ruolo di cosfidante dell’UE superwelter, col francese di origini afghane Jama Saidi (19-2), preferendo puntare alla riconquista del tricolore contro Vincenzo Bevilacqua (16-1). La sfida prevista a Roma in agosto.

Si stempera la pandemia globale e tornano gli appuntamenti con la grande boxe. Nell’ultimo week end di maggio, oltre venti nazioni hanno offerto boxe internazionale. In Messico in ben dodici città è risuonato il gong. Si sono accese le luci sul ring in Australia, Rep. Dominicana, Francia, Germania, Giappone, Nicaragua, Sud Africa, Emirati Arabi, Tanzania, Belgio, Brasile, Colombia, Russia, Korea del Sud, Svizzera, Spagna e gli USA. A Las Vegas nel Nevada, il giovane Devin Haney (26), 22 anni, ha superato ai punti il non più verde venezuelano, Jorge Linares (47-6), 35 anni, di stanza a Londra dal 2017, dopo aver lasciato il Giappone, dove risiedeva dal debutto al professionismo nel 2002. Anche se battuto, è stato Linares a mettere in crisi Haney, in particolare nel decimo round. Il californiano si è imposto in virtù di un perfetto uso del sinistro e ottime schivate, che gli hanno consentito di aggiudicarsi buona parte dei round. Linares ha pagato la partenza prudente anche se quando ha preso l’iniziativa ha mostrato la grande qualità della sua boxe. Non dimentichiamo che “El Nino de Oro” nel corso della carriera ha detenuto le cinture piuma (2007-2008), superpiuma (2008-2009) e leggeri (2014-2018) in diverse sigle. Il miglior Linares non avrebbe perduto da Haney. Nella ricca categoria dei leggeri e dintorni, ritengo che Gervontas Davis (24), Teofimo Lopez (16) e Shakur Stevenson (15), abbiano qualcosa in più. Il terzetto sarà impegnato questo mese. Davis il 26 ad Atlanta in Georgia, difende la cintura superleggeri WBA dall’assalto del texano Mario Bidris (26), 26 anni, al primo tentativo iridato. Stevenson torna sul ring il 12 a Las Vegas contro Jeremiah Nakathila (21-1), 31 anni ni namibiano residente in Sua Africa, dal KO facile, per l’interim WBO superpiuma. Lopez il 19 sarà impegnato dall’australiano giramondo George Kambosos jr. (19), 27 anni, detto “ferocius”, capace di espugnare i ring in Malesya, Grecia, battere a Londra l’ostico Lee Selby. In palio le tre cinture (WBA, WBO e

IBF) leggeri di Lopez. Rivale di tutto rispetto. In cartellone a Las Vegas, l’inglese Martin Ward (24-2-2), 28 anni che il 30 novembre 2019 a Firenze battè Devis Boschiero dopo una bella battaglia equilibrata, è incappato in una imprevista sconfitta per KO al settimo round, contro il mancino sudafricano Azinga Fuzile (15-1) all’esordio negli USA. E’ andata meglio al medio irlandese Jason Quigley (19-1), 30 anni, lunga attività nei dilettanti (98+ 14-) dal 2003 al 2012, pro dal 2014 sempre negli USA, che ha battuto Shane Mosley jr. (17-4), il figlio maggiore dell’ex campione, dopo dieci round di aspra battaglia.

A Carson la capitale della California, il filippino Nonito Donaire (68-8), 39 anni il prossimo 16 novembre, dopo aver disputato da dilettante 76 incontri con 68 vittorie, passa pro nel 2001, non ancora diciannovenne, conquistando in carriera i mondiali mosca, gallo, supergallo e piuma tra il 2007 e il 2019. Il 7 novembre 2019, Naoya Inoue (20), 28 anni, il fenomeno giapponese lo scalzava dal trono gallo WBA e quella sconfitta poteva segnare il tramonto del filippino. Nulla di più sbagliato. A Carson ha letteralmente distrutto il francese Nordine Oubaali (17-1), 34 anni, campione WBC dal gennaio 2019, imbattuto in carriera. Nonaire ha impiegato quattro riprese scarse a metterlo KO, dopo averlo fatto contare nel terzo.

Prosegue con successo l’attività del catanese Giovanni Scuderi (6), 26 anni, il cruiser di stanza negli USA dal 2017. Sotto la guida del maestro Valdo, dopo aver vinto i campionati siciliani, prese parte agli assoluti 2016 a Bergamo nei 91 kg. Vinto il primo incontro a spese dell’abruzzese Spinelli, venne fermato nei quarti dal sardo Capone. Nel gennaio 2017 si trasferisce a Washington dove svolge attività nei vari stati, acquisendo esperienza nel circuito del Master Golden, che ha sostituito lo storico Golden Glove. Nel 2018 prende residenza a Ridgewood nello stato di New York e il 29 settembre debutta al professionismo, superando sui 4 round Charles Johnson (3-8). Nell’occasione si infortuna alla spalla destra, un guaio che gli costa quasi due anni di stop all’attività. Torna sul ring il 24 ottobre 2020 e inanella cinque vittorie prima del limite. L’ultima a Rock Hill nel Sud Carolina, contro lo sgorbutico Leroy Jones (3-9), fatto contare nel primo round e poi esibitosi in ogni tipo di scorrettezze al punto da costringere l’arbitro a squalificarlo nella terza ripresa. Al momento lo allena Andre Rozier che segue diversi campioni tra cui Daniel Jacobs e Demetrius Andrade. Recentemente Scuderi (alto 1,93) è stato contattato dall’agenzia cinematografica Quinn Studios Entertainment, presieduta da Valentina Castellani Quinn, vedova di Francesco il figlio del fondatore Anthony Quinn, operativa nel mondo cinematografico internazionale con basi a Los Angeles e Miami. In compartecipazione con Francesco Pepe, regista e produttore di Roma, stanno lavorando alla produzione e prossima realizzazione del film su Rocky Marciano. Se son rose fioriranno.

Il campione italiano superleggeri Arblin Kaba (12-2-1), 26 anni, è tornato a Bologna dove risiede, dalla Repubblica Dominicana nei Caraibi, dove ha affrontato l’emergente welter Rohan Polanco (4) sul quadrato di Santa Cruz de Mao, città a vocazione turistica a meno di 200 km. dalla capitale Santo Domingo, sconfitto per kot al terzo round. Il verdetto non è stato digerito dal pugile e ancor meno dal maestro Paolo Pesce, che ritiene la decisione arbitrale sconcertante perché immotivata. Kaba al momento dello stop non era in difficoltà e pur in svantaggio ai punti, aveva margini per recuperare. Ha fatto presente che Polanco è un campione, capace di vincere addirittura i Giochi di Tokyo. L’affermazione è clamorosa, forse un po’ azzardata. Polanco è nato il 15 ottobre 1998 ed è passato professionista lo scorso 19 settembre in Messico, pur mantenendosi attivo nei tornei open, grazie al nefasto nulla osta dell’AIBA in occasione del congresso 2014, quando apriva al professionismo senza alcun distinguo. Nel 2019, a 20 anni, prendeva parte ai mondiali a Ekaterinburg in Russia, arrivando ai quarti, fermato dal kazako Zhussupov. Prima di battere Kaba, lo scorso maggio ha preso parte al torneo di Khaborovsk (Russia) fermandosi ai quarti, contro il locale Osipov. Nel corso dell’attività in maglietta il cubano Roniel Iglesias lo ha battuto due volte. Dal che si deduce che non sarà facile conquistare l’oro ai Giochi. Aggiungo che meravigliarsi di certi comportamenti degli arbitri locali è da ingenui.

Trasferta negativa per i tre professionisti italiani di Davide Buccioni sul ring di Berlino, per l’organizzazione Agon Sport dell’emergente Ingo Volckmann, che gestisce alcune delle promesse tedesche in ottica europea. Nel clou la sfida medi per l’europeo Union, tra il detentore Marten Arsumanajan (11.1-2) e Thomas Piccirillo (8-0-2) nato a Rimini, è finita in parità dopo 12 round intensi, lasciando tutto come prima, visto che i giudici hanno visto in modo totalmente diverso a conferma di un settore in crisi, dove nessuno interviene. L’arbitro Van de Wielt ha visto il pari, i due giudici 112-116 e 116-112, ognuno per conto suo. Nei supermedi, il cubano William Scull (17) concede due round scarsi all’ex campione italiano Dragan Lepei per l’Internazionale IBO, mentre il campione italiano superwelter Damiano Falcinelli (14-1) per l’imbattibilità e l’occasione della cintura IBO internazionale, fermato al terzo round contro Haro Matevosy (13) armeno di stanza a Berlino. Altro ex tricolore, il medio Khalil El Harraaz (13-2-1) che ha limitato i danni alla sconfitta nettissima ai punti sui 12 tempi, contro l’altro italo tedesco Vincenzo Gualtieri (17-0-1) anche per lui la cintura IBO continentale. Confesso di essere rimasto sorpreso dalla resa dei tre atleti in modo così netto. Perdere ci sta, ma l’impressione è che sia mancato l’orgoglio che dovrebbe rappresentare il biglietto da visita del pugile. Peccato davvero.

Giuliano Orlando