Boxe: Bundu torna re d'Europa a Firenze

Pubblicato il 24 aprile 2016 alle 10:45:39
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Firenze. Leo Bundu non tradisce e il pubblico (oltre 3500 spettatori) impazzisce per questo ragazzo che ha gettato via la carta d’identità (41 anni), è dimostra a vitalità di un ventenne. In sede di presentazione ho scritto che già avere la voglia di ricominciare quando solitamente si appendono i guantoni al chiodo, è un fatto non proprio abituale. Sul ring del Nelson Mandela nereggiante di gente, ha fatto capire che il sogno di riprovare a salire nei quartieri altissimi tra i welter, non è utopistico. Aveva di fronte Jussi Koivula,  biondissimo finnico, più alto e muscolarmente ben dotato, nove anni più giovane, quindi sulla carta rivale di buona consistenza. In verità l’ospite giunto dal Nord si è rivelato una tigre di carta. Meglio, ha fatto vedere una grandissima velocità di gambe, usate per la marcia indietro, chiaro segno che la tattica era quella di subire meno danni possibili, escludendo a priori l’eventualità della vittoria.

La musica è durata nove round, e l’andante mosso non ha mai subito variazioni sul tema. Bundu ad inseguire e  Koivula a fuggire come una renna impaurita. Il pubblico non ha mai perso la pazienza e la fiducia nel suo beniamino. Infatti quando l’avversario si è concesso un pausa per riprendere fiato, i pugni di Bundu non hanno perdonato. Primi segnali al sesto round, con l’arbitro che infligge un richiamo per tenute all’uomo dei fiordi, nella settima Bundu sta prendendo la mira e  il viso di Koivula perde il pallore e inizia a prendere un color rosso. L’ottavo tempo è decisivo, la combinazione al bersaglio alto provoca il primo conteggio e segna il destino del match. Come il re della foresta che sente l’odore del sangue, il ragazzo della Sierra Leone, ormai fiorentino al 100%, non molla la presa: altro conteggio che preannuncia la fine, solo rinviata al round successivo. Sono i momenti di più alta spettacolarità, perché Bundu ha energie infinite e a Koivula non basta l’orgoglio  per resistere. Infatti a 20” dal termine, l’arbitro Dolpierre (Fra), decide che sia il momento di chiudere la sfida europea. Per capire il baratro, i giudici  avevano dieci punti per l’italiano. Applausi per i due atleti e ovazione per Bundu che al microfono dice una cosa che è banale ma sacrosanta: “Mi scuso per non aver dato quello spettacolo che volevo offrire a questo meraviglioso pubblico. Purtroppo per fare un bel match dobbiamo essere in due. Chissà che in questa meravigliosa città possa combattere per il mondiale, che è sempre alla cima dei miei pensieri”. Un augurio condiviso da tutti, che prima di realizzarsi avrà un preambolo nel prossimo settembre. Di cosa si tratta?

Lo spiega il manager Mario Loreni, che con tempestività ha già sottoscritto la prima difesa volontaria di indubbio prestigio: “Peccato che il campione in carica Gianluca Branco abbia dato forfait, ma una sfida tutta italiana la faremo subito dopo le Olimpiadi. Bundu difenderà il titolo contro Pauli Malignaggi che da buon italiano ci tiene a chiudere la carriera col titolo europeo, dopo aver conquistato ben due cinture mondiali. Manca la firma ufficiale, ma è un dettaglio, visto che abbiamo accettato di combattere a New York, nella città in cui Pauli vive a ha i tifosi. Quasi sicuramente nella struttura del Barclays Center di Brooklyn, e sarà come essere in Italia. Noi siamo fiduciosi di vincere, anche se non nascondiamo le difficoltà”. A sorpresa è arrivato Vitali Klistchko, sindaco di Kiev in Ucraina, ospite dell’omologo fiorentino Nardella, che appena saputo che a Firenze c’era una riunione di boxe, ha chiesto di andare a salutare i protagonisti. Una presenza fuori programma, per questo gigante che pur assente da anni dal ring per impegni politici, è ancora campione emerito per il WBC.

Una serata piena di pugni e anche il segnale che qualcosa in prospettiva esiste. Il mosca Obbadi (9) conferma di poter aspirare a giro non troppo lontano alla sfera europea. Il georgiano Kvaratskhelia (11-19) dopo due round scarsi ha capito che non era il caso di fare indigestione di pugni. Pure il giovane massimo di casa, Fabio Turchi (5) ha meritato gli applausi, tacitando ogni velleità del croato Visic (19-20-1), un collaudatore da prendere con le molle. Turchi appena si è scaldato ha usato i montanti con precisione e potenza, risolvendo il tutto il due round. L’augurio e la speranza di aver trovato un giovane capace di dire la sua, oltre i confini nazionali. Fiordigiglio nei superwelter ha stravinto contro l’altro georgiano Abajyan, figurante di bassa lega. Alla fine tutti soddisfatti.