Boxe: a Bergamo prendono il via gli assoluti

Pubblicato il 6 dicembre 2016 alle 12:22:16
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Nella vasta e accogliente struttura polifunzionale del Centro Sportivo Italcementi di Bergamo, sta per suonare il gong di partenza della 94° edizione dei tricolori elite di pugilato maschile, al quale si affiancano le donne che segnano la 15° edizione. Bergamo, sotto il segno della famiglia Bugada, allestisce la rassegna che darà il via alla rinascita della nazionale azzurra, dopo che i Giochi di Rio, hanno fatto capire che il ciclo glorioso iniziato nel 2000, rafforzato a Atene 2004, esploso a Pechino 2008 e mantenuto a Londra 2012, dove Cammarelle, Russo, Picardi, Mangiacapre e altri pugili che pur non conquistando medaglie hanno segnato un’epoca, è arrivato al capolinea. Da Bergamo l’Italia in guantoni deve ricostruire il futuro, pensando a Tokyo 2020.Progetto indispensabile, anche se al momento, almeno per il settore maschile, dopo l’uscita di Lello Bergamasco, all’angolo di azzurri e azzurre, per oltre un decennio, non si capisce chi andrà a sostituirlo. Situazione un po’ kafkiana, ma ormai tutto è possibile. Importante che al momento opportuno venga risolta.

A Bergamo sarà presente il meglio o quasi delle nostre forze in maglietta. Purtroppo le assenze di rilievo non mancano, visto che non vedremo tre dei presenti a Rio: Mangiacapre (69), Russo (91) e Vianello (+91), oltre al welter Arecchia e ai medi Munno e Cavallaro. Ugualmente non mancano i motivi di confronto per capire la qualità del materiale umano sul quale contare a cominciare da Fabrizio Cappai, presente a Rio, il minimosca che a 24 anni è nel pieno della maturità, Lo stesso vale per Conselmo, Grande e Gianmarco Serra campione uscente nei 52 kg., come il gemello Federico nei 49. Su tutti pesa l’ombra di Vincenzo Picardi, 33 anni, una carriera infinita, premiata col bronzo olimpico, mondiale ed europeo, che si è iscritto, alla ricerca del quinto alloro tricolore. Manca un favorito nei 56 kg. assente Grando, titolare 2015. Nei leggeri, l’azzurro Maietta appare l’atleta da battere e ci proveranno Canonico, Caputo, Di Serio e Ciardiello, manca l’abruzzese Di Tonto argento uscente. Abbondanza di pretendenti nei 64 kg. per sostituire il mancino Vangeli, ritiratosi dopo aver vinto cinque volte il tricolore. I più qualificati al compito sono Di Lernia, titolare 2015, salito di categoria, il militare Cosenza, il romano Mendizabal e l’emiliano Kaba, sperando che qualche giovane come Matiz, Magrì e Grusovin escano fuori dal guscio. Nei welter l’esperienza del mancino romano Marziali (31 anni) avrà il confronto dei giovani come Boateng, Mazzoleni, Natalizi, Rafik e Zilli, mancando il campione uscente Di Russo.

Nei medi, mancano Perugino e Faraoni, primo e secondo a Roseto degli Abruzzi. Per la sostituzione Giovanni Sarchioto, militare dal passato nelle giovanili molto premiato, è il favorito, ma Lomasto, Bellancini, il georgiano campano Gogiashvili, se avrà aggiustato l’aspetto tecnico e l’altro giovane Mineo sembrano i clienti più pericolosi. Nei mediomassimi, il napoletano-brasiliano Valentino Manfredonia, dopo la delusione di Rio, torna a combattere, dimostrando serietà di intenti, per bissare il titolo vinto nel 2013 a Galliate (No). A rendergli la vita difficile dovrebbe esserci solo il siciliano Rosciglione, gli altri sembrano una linea sotto, almeno sul piano dell’esperienza. Cosa che non manca nei massimi al romano Simone Fiori, 27 anni, lunga militanza in azzurro, sia pure senza ottenere quanto ci si attendeva. Punta al terzo alloro, alla sua portata. All’inseguimento Ettesami e Galli se avrà trovato motivazioni antiche. Nei +91, pur rispettando tutti gli iscritti, la sfida più attesa è quella tra il romano Carbotti (24 anni) e il ragazzo di casa Alessio Spahiu. Il primo è campione uscente,l’altro lo è stato nel 2014. Tra i due l’antagonismo è forte, avendo un conto sportivo in sospeso. Nelle due finali un successo a testa, non accettato dagli sconfitti. Questa è la bella e non mancheranno le scintille.

Non meno interessante il torneo femminile, nei numeri più ridotto ma di ottima qualità e con sfide molto attese. Purtroppo mancano la Cipollone (54) e la Mesiano (57) iridata in carica. Oltre alla Gordini (51) che pare aver concluso la lunga e titolata attività. In compenso le altre migliori saranno sul ring a cominciare da Irma Testa, classe ’97, prima italiana a Rio, tanti successi nel settore giovanile, europei e mondiali, da Bergamo inizia la fase elite in proiezione Tokyo 2020. Potenzialmente ha tutte le qualità per proseguire, si tratta di capire se saprà tradurle in risultati. Questi tricolori rappresentano già un bel test, poiché sia la Corazza che la Verrecchia non sembrano disposte a farle largo. Tra le iscritte nei 57 kg., segnaliamo il nome di Marzia Davide, 36 anni e una carriera incredibile, iniziata nel 2002, con podi a tutti i livelli e il rammarico di aver mancato l’aereo per Rio, più per sfortuna che per demeriti. Pensava di andare agli europei a Sofia lo scorso mese, ma non era pronta. Non volendo rendere inutile il lavoro svolto, ha deciso di iscriversi ai tricolori di Bergamo, per firmare il settimo sigillo. La boxe di Marzia è deliziosa, tutta sull’anticipo e grande gioco di gambe, anche se il tempo passa per tutte. Pietrolungo e Marchese le due rivali più pericolose. Attesa per vedere all’opera la romanina Stephanie Silva, 21 anni, titolare uscente, ma ancor più bronzo europeo in carica, dopo una prova maiuscola che avrebbe meritato addirittura l’oro. Dovrebbe essere ancora la piacentina Bonatti, rivale classica, l’antagonista principale.

Interessante vedere al’opera le nuove leve, come la Mostarda (51) nei confronti di Grubissich e delle giovani Mascetti, Lamagna, Manfredini e Garganese. Stesso discorso per DeLaurenti, 25 anni, ma poca attività che si confronterà con la Sponchia e la Nappo. Nei 57 kg. assente l’iridata Mesiano, tutti aspettano la veterana Davide, mentre nei 60, sarà la diciottenne Testa ad essere il faro da incrociare. Alberti, Donniacuo e Patti rappresentano il vertice nei 64, ma attenzione anche alla Ferri. La campana Carini, classe ottobre ’98, la più giovane del torneo, due volte europea youth, passa agli elite in questa occasione e diventa il riferimento per tutta la categoria dei 69 kg. Si attendono scintille nei medi, ovvero la sfida tra Canfora e Floridia, la prima preferita alla campana per gli europei. Vedremo chi aveva ragione. Tra le iscritte la toscana Pilo, 38 anni, attiva dal 2004, quattro tricolori e l’argento lo scorso anno. La veterana del torneo. Negli 81 e +81, solo le finali. Il calendario prevede da oggi fino all’11 dicembre, sedute quotidiane con inizio alle ore 15. Nessun turno di riposo, Il 9 semifinali maschili, il 10 le donne, l’11 domenica, tutte le 20 finali. Sono iscritti 139 uomini e 64 donne. Ingresso gratuito.