Boxe: ad Assisi si elegge il nuovo presidente

Pubblicato il 11 gennaio 2013 alle 18:58:21
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport.it

Anche se il nuovo presidente della FPI verrà eletto il 19 gennaio ad Assisi, nella terra di San Francesco, Patrono d’Italia, difficilmente assisteremo al miracolo della convivenza. Nonostante Gualtiero Becchetti, Alberto Brasca e Antonio Del Greco, siano in ambito federale dal 2001 con Franco Falcinelli - giunto al termine del terzo mandato, promosso ai vertici dell’AIBA, presidente europeo e vice mondiale, - pensare che ci sia feeling è chiedere troppo. Ognuno corre per conto proprio.

Gualtiero Becchetti
, classe 1947, emiliano, ha preso la decisione dopo le clamorose dimissioni nel 2009, sul motivo delle quali diverse sono le scuole di pensiero. Ufficialmente per aver saputo dai giornali dell’ammanco pesante dalle casse federali. Altri sostengono che il giorno prima, al consiglio federale gli avessero fatto capire che sarebbe stato messo in minoranza, per l’atteggiamento negativo negli ultimi tempi. In effetti non si era presentato ai mondiali di Milano, nonostante fosse il responsabile federale del marketing. Sicuramente il più attivo nei contatti con le società via email, avvantaggiato dal possesso di un sito, nato come FPI e poi diventato proprietà personale di Becchetti. Attraverso questo mezzo, aiutato da alcuni giornalisti che hanno scelto di supportarlo, ha goduto di un vantaggio mediatico, forzatamente non condiviso dagli altri due sfidanti. Con un gesto di eleganza avrebbe potuto ospitare l’esposizione dei programmi di Brasca e Del Greco.

Alberto Brasca, classe 1943, bolognese di nascita, toscano di residenza, è il candidato più gradito al presidente uscente. Sicuramente ha esperienza e capacità per il ruolo a cui aspira. Ha svolto la campagna elettorale senza la crudezza e il tanto peggio tanto meglio, di altri. Ha cercato di formare una squadra in cui i ruoli abbiano un riscontro oggettivo. Vice presidente da due legislazioni, responsabile azzurro  nei più importanti tornei internazionali, ai mondiali ed europei, nell’ambito AIBA è sicuramente dopo Falcinelli, il dirigente italiano più conosciuto. Buona dialettica, ironico, mai sopra le righe. Nel suo programma infatti viene tenuto in gran conto il lavoro di base per la crescita del settore giovanile, attraverso tornei e attività all’estero, per formare i campioni del domani. Sulla gestione dell’AIBA nei riguardi delle nazioni, che debbono eseguire quanto imposto dai regolamenti che di fatto tolgono l’attuale autonomia, intende discutere senza per questo, creare una rottura.

Antonio Del Greco, classe 1953, romano, a suo volta vice presidente federale, questore nella capitale, ha il forte supporto dei corpi militari e gode sicuramente della stima del CONI. Uno dei fautori della Lega Professionisti, favorevole alle WSB, non è d’accordo sulle disposizioni AIBA che interferiscono troppo sull’autonomia nazionale. Dotato di forte personalità, linguaggio sintetico senza fronzoli o giri di parole, ha inserito nella squadra elementi laziali, molti in divisa, come Roberto Cammarelle proposto tra gli atleti. Ha seguito la maggior parte dell’attività nazionale professionistica e diverse presenze in Europa, quando erano impegnati atleti italiani. Il suo programma è forse il più equilibrato nella realizzazione del duplice sviluppo puri e professionisti. Tra i candidati è quello che ha delegato di più, evitando una superpresenza, scelta al parossismo da Bechetti più equilibrata da parte di Brasca. La scarsa partecipazione diretta potrebbe rivelarsi un errore di valutazione. Inizialmente dato come netto favorito, negli ultimi giorni il recupero dei concorrenti mette in dubbio tale pronostico.  

Questi i protagonisti e la situazione a otto giorni dai voti. Nessuno nasconde la difficoltà di prendere in mano una federazione che, pur non esente da critiche, Falcinelli ha fatto diventare una potenza dilettantistica mondiale, purtroppo a scapito della crescita e del ricambio tra i professionisti. Il successore dovrà essere un abile traghettatore, nel segno dell’equilibrio. Per questo chi promette miracoli e cambiamenti radicali sa benissimo che lancia promesse in chiave elettorale che mai realizzerà.