Scattato a Sofia il Balkan femminile. Sei italiane al via: Bonatti, Savchuk, Chaarabi, Mesiano, Canfora e Paoletti

Pubblicato il 5 ottobre 2021 alle 18:00
Categoria: Boxe
Autore: Redazione Datasport

Confermandosi il continente più attivo, l’Europa sforna appuntamenti senza soluzione di continuità. Con piena soddisfazione del presidente Franco Falcinelli, che opera a tutto campo nel promuove sempre nuove iniziative, in particolare nelle categorie giovanili. Nel solo mese di ottobre, in programma il Boxing Lvov Cup, il Memorial Veljkane Slavij e lo Zagabria Open in Croazia. Mercoledì 6 ottobre scatta la settima edizione del Torneo femminile Balkan, nato in Bulgaria nel 2015. In quell’occasione presero parte atlete jr., youth ed e élite, provenienti oltre che dall’Europa, unica assente di rilievo al Russia, dall’Asia (Giappone, Vietnam e Thainlandia), dall’America col Canada e dall’Africa (Marocco). L’Italia colse l’oro nelle youth, grazie e Irma Testa nei 60 kg. mentre nelle senior vinsero Valeria Calabrese (48) e Diletta Cipollone (51), l’argento con Desirè Galli (54) e Flavia Severin (81), mentre Terry Gordini (51), Marzia Davide (51), Romina Marenda (60) e Alessia Mesiano (60) si fermarono al bronzo. Tra le vincitrici la bulgara Stanimina Petrova a spese della connazionale Stoyka, che ha vinto l’oro a Tokyo. La francese Mossely, oro a Rio 2016, venne battuta in finale dalla locale Kamenova. L’anno dopo, fu la bolognese Valentina Alberti a vincere nei 64 kg. mentre Stephanie Silva (48), Diletta Cipollone (54) e Carmela Donniacuo (64) ottennero l’argento. Nel 2017 le nostre youth vinsero nei 51 con Giovanna Marchese che superò in finale Mery Di Bari e l’inedita Rebecca Nicoli (64) a spese dell’indiana Boro, che due mesi dopo divenne oro mondiale, con l’aiuto dei giudici che negarono un bis meritevole alla milanese. Nel 2018 l’Italia non prese parte alla manifestazione, come nel 2019, forse l’edizione di più alto livello tecnico. Tra le vincitrici la turca Surmeneli oro olimpico e mondiale in carica. Lo scorso anno, in piena pandemia, il torneo non si fermò e allestì la sesta edizione con sole cinque nazioni e 31 atlete élite. La Bulgaria svettò in quattro delle sette categorie con atlete di alto valore come la Asenova (48), la Stanimira (57) e la Krasteva, ex-Stoyka e Yonuzova (69), mentre la brasiliana Ferreira, oro iridato 2019 vinse nei 60 kg. La Malenica (Kosovo) nei 64 e la datata turca Demir (75) completarono il quadro delle vincitrici. Col non trascurabile particolare che in tre categorie (48-64 e 75) erano presenti due atlete, in tre nei 51 e 69, quattro nei 57 e ben cinque nei 60. L’attuale edizione è tornata ad essere un banco di prova importante, con 16 nazioni tra le quali le più forti europee: Bulgaria, Russia, Inghilterra, Uzbekistan, Finlandia, Ungheria, Romania, Italia, Francia, Germania, Kosovo, Galles, Uzbekistan, Slovenia, Svizzera, Cile e Norvegia. Unica assente di rilievo l’Ucraina.

Guidata dai tecnici Michele Caldarella e Massimiliano Alota, l’italia in rosa è presente nei 48 con Roberta Bonatti bronzo europeo a Madrid 2019, Olena Savchuk (52), Sirine Charaabi (54) campionessa europea U22, Alessia Mesiano (60), fresca sposa e non dimenticato oro mondiale 2014, che torna a Sofia dopo sei anni, dove si fermò al bronzo. Anche per la campana Assunta Canfora (70) è un ritorno, nel 2016 nei 75 kg. vinse il bronzo. Categoria che stavolta vedrà in lizza Carlotta Paoletti, all’ennesimo esame per l’atteso salto di qualità.

A fine settembre si è svolto il Memorial Mustafa Hajlahovic a Sarajevo la capitale della Bosnia Herzegovina, maschile èlite e femminile youth. Tra gli uomini guidati da Gennaro Moffa e Eugenio Agnuzzi l’Italia ha portato Federico Serra (54) Francesco Iozia (60), Gianluigi Malanga (67), Mario Manfredi (75) e Alfred Commey (80) al debutto in azzurro e Aziz Abes Mouhiidine (92). Sotto le attese Iozia stoppato all’esordio dal finnico Arslam Khataev, russo di nascita, che il campione U22 aveva battuto a Roseto. Malanga promosso al primo esame ai danni del magiaro Milan Fodor, si è fermato in semifinale contro l’altro ungherese Damian Durkecz. Bilancio ottimale per gli altri quattro azzurri. Federico Serra supera in avvio l’ostico magiaro Istvan Szaka e in finale il quotato francese Ibrahim Boukedim. L’inedito medio romano, argento agli assoluti, Mario Manfredi, classe 1999, allievo del maestro Alberto Arcese, dell’omonimo gym, al terzo anno di biologia, desta ottima impressione, distinguendosi per abilità schermistica e buona tattica agonistica. Debutta e supera lo scozzese Sam Hickey, campione nazionale, salta la sfida con l’infortunato Robert Cservenka (Ung), vince in semifinale di fronte al montenegrino Stefan Savkovic con bella sicurezza e offre la prova più convincente in finale dominando il gallese Garan Croft. Negli 80 kg. altro debuttante, il mancino Alfred Commey, 20 anni appena compiuti, genitori del Ghana, nato a Ferrara in Emilia, dopo essersi messo in luce alla prima edizione degli U22 a Cascia, vincendo la finale contro il più quotato ed esperto Filippo Bruni, ha risposto alla grande al primo impegno azzurro. Tre match e altrettante vittorie convincenti. Debutta battendo l’ungherese Pal Kovacs, prosegue a spese di Petar Marcic del Montenegro e si impone sul favorito francese Raphael Monny in finale. Quarto trionfo italiano per merito di Azis Abbes Mouhiidine (92) apparso in ottima forma, segnale importante in vista dei mondiali fissati a Belgrado dal 26 ottobre al 6 novembre prossimi. Il gigante avellinese di Solofra, 23 anni, incrocia subito il francese Wilfred Florentin favorito del torneo, in virtù della quotazione, con presenze europee e mondiali, un fisico da paura. Azis lo ha sempre anticipato e colpito in velocità, uscendo dalle repliche con un bel gioco di gambe. Il secondo confronto di fronte all’ungherese Levente Kiss, bronzo agli europei U22 a Roseto, vincitore del russo Karnukaev nei quarti, superato nettamente dall’azzurro. In finale ha giocato con l’altro magiaro Daniel Baracsi.

Non meno importante il bilancio femminile con le youth, guidate da Valeria Calabrese e Gianfranco Rosi. La laziale Giorgia Paradisi (57) pagano lo scotto dell’inesperienza di fronte alla finnica Teresa Makinen, che giunge in finale cedendo solo alla fuoriclasse montenegrina Gojkovic, oro europeo jr e youth, che in semifinale elimina Michela Caccamo. La messinese Damiana Trischitta (66) all’esordio assoluto, con 6 match alle spalle, si batte con coraggio ma la romena Cretu è troppo esperta e la supera ai punti. Cede anche Carlotta Abbate (60) all’altra romena Andrea Marin più solida e smaliziata. Bilancio positivo per Jessica Erbasecca (48) che domina la romena Emilia Ramona, per le ferrarese Sophia Mazzone (52) e Aurora De Persio (54), laziale. La prima si impone alla danese Sophia Roshanova, la seconda alla gallese Zoe Andrews. Che portano nel carniere azzurro tre ori.

“Le ragazze sono cariche di lavoro e non potevano esprimere il meglio”. Commenta Valeria Calabrese, responsabile delle giovanili femminili, che conclude: “Importante è arrivare al top agli europei di Budva in Montenegro a metà ottobre. Dopo il passaggio nelle élite di quasi tutte le titolari, questa edizione servirà per fare esperienza. Se poi otterremo qualche podio saremo ben contente. Anche se leggendo la star list, è difficile farcela”.

Giuliano Orlando