Le sei lombarde sul podio agli assoluti giovanili a Roseto degli Abruzzi.

Pubblicato il 26 maggio 2024 alle 20:05
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

 

Le sei lombarde sul podio agli assoluti giovanili a Roseto degli Abruzzi.

Un oro, due argenti e tre bronzi

di Giuliano Orlando

Si sono conclusi a Roseto degli Abruzzi gli assoluti giovanili femminili, ovvero il futuro della boxe italiana in rosa dopo i Giochi di Parigi fissati dal 27 luglio al 4 agosto prossimi, in proiezione alle Olimpiadi del 2028 assegnate agli USA, per la precisione a Los Angeles in California, la stessa grande metropoli che torna alla ribalta a Cinque Cerchi, dopo averli ospitati nel 1984, quarant’anni addietro. In Abruzzo presenti tutte le regioni italiane, la Lombardia ha portato a casa un oro con Mira Amadori nei 57 kg. nella categoria Schoolgirl, l’argento con la junior Serena Scalco nei 48 kg. e la youth Anna Maria Karina Amrar tra le 52 kg. I tre bronzi sono andati nei 50 kg. alle youth Silvia Cantale e Anna Maria Prichici, oltre a Esther Angolia nei 70 kg. Sei podi importanti, per una regione attivissima, sotto la spinta del presidente della Lombardia, Massimo Bugada, che ha portato alla moltiplicazione delle palestre nella regione. Incremento che comincia a dare i suoi frutti anche nel settore femminile. Ho pensato di andare a conoscere queste speranze attraverso i loro maestri, spesso ignorati, che compiono il lavoro più importante: le accolgono quando ancora non hanno la maturità che arriva attraverso l’esperienza di ring. Non solo, il ruolo del tecnico è delicato trattandosi di ragazze molto giovani, che le famiglie affidano a loro in proiezione futura. Fare pugilato non è solo tirare pugni. Nel cammino agonistico la parte primaria è quella di dare a ciascuna fiducia in sè stesse, quindi la maturazione atletica e mentale. Sul temperamento quasi tutte sono guerriere e sul ring, gettano tutte le loro capacità atletiche e di temperamento. Cominciamo da Mira Amadori, oro nei 57 kg. tra le schoolgirl, figlia del titolare della palestra (MMA Atletica Boxe a Milano), il maestro Garcia, origini romagnole da parte del papà artista e scenografo, approdato nella capitale meneghina. Il gym inaugurato nel 2014, pone tra le sue allieve Anita Torti, atleta di rilievo giunta alle soglie dell’europeo da professionista. Per quanto riguarda la neo campionessa, la parola al papà: “Mira è entrata in palestra a 6 anni, e l’aria del ring l’ha respirata assieme alla scuola, dove peraltro è bravissima. Un gioco del quale si è poi innamorata e a Roseto ha raccolto il frutto del lavoro svolto con umiltà e serietà. Nell’esordio si è imposta sulla calabrese Giorgia Nigri per 5-0, in semifinale ha messo subito in difficoltà la piemontese Celeste Taricco, fermata dall’arbitro nel primo round. In finale contro la quotata Giada Piras ha dominato i tre round e conquistato il titolo. Eseguendo quanto suggeritole dall’angolo”.                                                                                                                                                                  

  Come si sviluppano i ruoli di papà e maestro?                                                                                                                                       

Non è facile, ma è necessario averlo sempre presente. Finora sono riuscito a farlo nel modo migliore. Mira è innamorata del pugilato e pensa già al prossimo anno quando salirà tra le junior. Attenta e scrupolosa, non perde una seduta di allenamento, se potesse aumenterebbe le presenze. A Roseto mi è piaciuto l’atteggiamento positivo, aver saputo imporre la sua boxe e la personalità, anche se in fatto di incontri era a quota uno. Che è poi il problema di quasi tutte le giovani di casa nostra. Dopo la chiamata in nazionale, sotto la guida di Valeria Calabrese, che apprezzo moltissimo, spero possa salire più spesso sul ring e affrontare i prossimi impegni che sogna, con una base di esperienza agonistica alla pari delle avversarie”.                                                   

L’altra schoolgirl salita sul podio si chiama Esther Angoua, bronzo nei 70 kg., allieva del maestro Gianni Rauseo, titolare del gym Boxe Team Ruzze, operativo dal 2015 nel cuore di Brescia. Che illustra la situazione del gym: “Siamo tra le palestre più attive della zona, con oltre 200 iscritti e più di 20 agonisti. A Roseto ho portato due mie allieve. La jr. Sofia Taormina nei 54, con soli 8 match alle spalle. Superata dalla laziale Gaia Tuzzi molto più esperta, giunta seconda. Il bronzo è andato a Esther, sconfitta dalla marchigiana Tamara Salerno, dopo aver vinto il primo round. I perché sono diversi a cominciare dalla preparazione, condizionata dalla scuola, la terza media, quindi con gli esami, dove va benissimo. Al campionato l’ho portata per farle fare esperienza ed entrare nell’atmosfera delle grandi manifestazioni. Dopo la sconfitta ha pianto a lungo, dispiaciuta di avermi deluso. L’ho assicurata che ero orgoglioso della sua prova e questo stop deve essere un punto partenza”.                                                                                                                                                    

Il cognome tradisce origini straniere. Quali?  “I genitori sono della Costa d’Avorio, ma lei è italiana al 100%, nata a Brescia il 13 agosto 2010. Meno di due anni addietro si è presentata accompagnata dal papà chiedendo di voler fare la boxe. E’ già alta quasi 1,70, destinata a crescere ancora. Comincia ad usare bene le leve lunghe e migliora anche caratterialmente. Inizialmente era molto chiusa, adesso sta aprendosi e dialoga con tutti. Porto ad esempio Irma Testa e faccio vedere i filmati affinchè apprendano quel tipo di boxe”.

                                                                                                             

Nelle junior la Lombardia conquista l’argento con Serena Scalco, giovane milanese del 2009, mamma francese professoressa e papà imprenditore, allieva del maestro Gabriele Ghiani, che dirige la Elite Boxing Club, aperta nel 2009 a Porta Vittoria, non lontana da dove operava la gloriosa Spartacus che nel trentennio 1970-2000 ha sfornato fior di campioni. Ma pure la più giovane struttura promette bene, anche se a Roseto l’argento a Serena va stretto. “Eravamo abituati a vincere, come abbiamo fatto lo scorso anno a Montesilvano in Abruzzo, tra le schoolgirl, stavolta al primo anno da jr. ci siamo fermate all’argento ma contiamo di rifarci nel 2025, con più esperienza e determinazione. Serena era partita bene, poi si è bloccata e questo non doveva accadere. La siciliana La Rosa, la conosciamo bene. Brava ma non imbattibile. Persa una battaglia dobbiamo vincere la guerra, quella che porta ai tornei importanti”.                                                                

Le qualità di Serena?                                                                                                                                                                      

“Fondamentalmente timida, quando sale sul ring esprime quello che nasconde prima: fredda e determinata, precisa e anche esplosiva. La sconfitta è stata cocente, ma sta già pensando a tramutarla in vittoria ai prossimi campionati. Nonostante l’impasse è stata convocata ad Assisi per gli allenamenti e questo mi pare emblematico”.                                                                                                                                                                     

A proposito, gli atleti della vostra palestra viaggiano spesso? “Certo, siamo andati in Portogallo, Svezia e Danimarca per fare utile esperienza. Prepariamo i bambini al primo approccio al pugilato, senza contatto diretto. Un gioco che aumenta i riflessi e abitua ad avere colpo d’occhio negli spostamenti”.

Tre podi nelle youth, un argento e due bronzi. Il secondo posto lo conquista Karina Anna Maria Amrar nei 52 kg. della New Boxe Order a Como, diretto da Rocco Berardinelli che, nonostante abbia superato la quarantina, dopo due stagioni da pro (2016-2017), appese i guantoni al chiodo per riprenderli nel 2023, inanellando 3 vittorie su altrettanti incontri. Impegnato l’8 giugno a Monza, contro il peso medio Gianluca Merone (0-1) al quale concede la rivincita avendolo battuto lo scorso 7 aprile a Milano. Con Berardinelli opera anche Simone Brusa, a sua volta nel doppio ruolo di pugile e insegnante. A Roseto il gym comasco ha portato Karina Amrar, ottima studentessa (ragioneria), origini algerina, italiana a tutti gli effetti, che ha ceduto solo in finale alla più esperta laziale Martina Vassallo, già campionessa nel 2022 tra le jr. che fa parte della nazionale. In precedenza aveva superato la marchigiana Martina Ascione. “Intanto abbiamo migliorato il risultato dello scorso anno a Montesilvano dove Karina era uscita subito, battuta dalla toscana Sara Calvani giunta in finale, contro la lombarda Grabucea vincitrice che ha preso parte agli europei di categoria. Sapevamo che contro la Vassallo non potevamo vincere, ma Karina è stata bravissima a non cedere e arrivare alla fine del match. La differenza di esperienza era evidente, la campionessa ha quasi 50 incontri alle spalle, oltre a match di alto livello, la nostra arriva a 20 e spesso con le stesse avversarie. Un bell’argento e l’abbiamo festeggiata. Un esempio per tutte in palestra. I genitori la supportano e questo è molto importante. La nostra palestra è frequentata da diverse ragazze e tutte hanno la famiglia vicino. Il problema è la scarsa attività. Nonostante che il Comitato lombardo col presidente Massimo Bugada, faccia l’impossibile per far svolgere tante riunioni”.                                                                                                                        

 I due bronzi restanti li hanno divisi nella stessa categoria dei 50 kg. Silvia Cantale e Anna Maria Prichici. La prima è allieva del Team Lu.Co. inaugurato nel 2017 in zona Bovisa diretto da Giancarlo Cappellano, che ha voluto ricordare Luisella Colombi, ex presidentessa della Lombardia, scomparsa troppo presto. Il maestro, parlando di Silvia ha parole molto affettuose: “La considero la mia terza figlia, visto che è entrata in palestra a 11 anni ed è sempre stata la nostra mascotte. Non la volevo far combattere, ma lei ha insistito per salire sul ring e i genitori hanno appoggiato la sua volontà. Brevilinea, quindi paga pedaggio contro avversarie più alte con allungo superiore. Stiamo lavorando per trovare le giuste contrarie e lei si impegna con assoluta dedizione. Nata il 22 agosto 2008, l’anno prossimo passa nelle senior. Bravissima a scuola, dopo il liceo è orientata alla facoltà di scienze umane e posso garantire che potrebbe diventare anche un’ottima tecnica. A Roseto ha disputato il quinto incontro. La sua avversaria, la toscana Maria Losha, giunta seconda più di venti. Partecipare agli assoluti di categoria è sempre utile e lei lo ha fatto, quindi brava comunque”.                    

  Prima di voi, operava la gloriosa Bovisa Boxe, che ha saputo sfornare tanti ottimi pugili. Eravate al corrente?  “Lo sapevo e la nostra speranza è di poter ripetere quanto fatto da chi ci ha preceduto. Nel frattempo ci siamo ampliati, avendo aperto una nuova palestra a Novate Milanese, che ha subito ospitato parecchi ragazzi e che diventerà la sede principale”.                                                                                                                                                         

 L’altro bronzo youth spetta ad Anna Maria Prichici, allieva del maestro Fulvio Dernini che dirige l’Accademia Boxe Cremona, dove in passato ha insegnato Benito Penna, il massimo locale, vanto della boxe cremonese. Che esprime il suo pensiero in merito agli assoluti di categoria: “Anna Maria ha partecipato ai campionati per puro orgoglio, ben sapendo che con quattro incontri nel record, non poter competere con atlete che svolgono attività a tempo pieno. Lei è impegnata a ottenere la promozione all’Istituto Scienze Umane con ottimo esito e giustamente ha privilegiato lo studio alla palestra. Ha trovato in semifinale l’emiliana Sofia Orlando che dopo aver vinto il titolo nel 2022 jr. nei 46 kg. è salita a 50 kg. per confermare la superiorità, favorita dall’attività in nazionale. Quando ho visto che la differenza era netta, l’ho fermata. Prima di tutto deve prevalere l’incolumità delle atlete. In attesa che prenda la cittadinanza, essendo ancora romena, nonostante viva a Cremona da oltre dieci anni, prosegue sul doppio binario sport e scuola e questo ci va bene”.

Giuliano Orlando