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La musica della neve

Pubblicato il 1 agosto 2025 alle 08:08
Categoria: Libri di Sport
Autore: Wilma Gagliardi

 La musica della neve

Piccole variazioni sulla materia bianca

Impossibile da ingannare, dove passi lasci in segno. Capace di cambiare come una partitura col suo sgocciale al caldo del sole – Davide Sapienza – La musica della neve. Piccole variazioni sulla materia bianca - Ediciclo editore - Pag. 96 – Euro 8.50.


di Giuliano Orlando

Si chiama whiteout, ovvero il punto G della neve, quando il manto bianco raggiunge il massimo della sua maestosità, allargando e allungando i suoi confini, che si uniscono all’orizzonte, creando il nulla all’infinito. Anche questo tascabile della Ediciclo, intitolata “Piccola filosofia del viaggio” mantiene la sua alta qualità trattando un argomento importante come la neve. Davide Sapienza, traduttore di Jack London, una delle mie passioni giovanili con Emilio Salgari, nel sognare i viaggi che poi ho realizzato, ha esperienza da vendere a raccontare la neve, elemento primario nelle terre del Nord, che ha visitato spesso. Definisce la neve, materia bianca che cambia come una partitura, presenza che si unisce al tutto, impossibile da ingannare perché non la si attraversa senza lasciare traccia. Una frase che dice tutto. Ama la neve, fonte di gioia nel vederla scendere, procurandogli energia e ispirazione, oltre che compagnia. Quando la neve si adagia è sorgente di conoscenza e si fa riconoscere come energia vitale. La neve è musica e canta note infinite, affidandosi al viaggio delle epoche, esattamente come la musica ha seguito la storia. Ogni fase di Davide Sapienza è un inno ad un soggetto nato con la terra che nella terra vive e la ricopre, dettando la sua legge. Stimolante ricordare Fridtjof Nansen uno dei suoi miti, ripassando il diario del grande nordico relativo alla traversata della Groenlandia nel 1888, mentre lui sulla Fri Flyt, il legno del capitano Ivar, avrebbe attraversato il ponte fatto d’inverno, avvicinando il mare alla montagna per volere della natura. In quell’occasione portò i suoi ski oltre il circolo polare artico. Non meno affascinante il ricordo del primo viaggio in Islanda, terra che definisce selvaggia, magnifica e di giovane solitudine. Isola intrigante e vivace, come dimostrano le eruzioni dei vulcani Eyjafjallajokull e Grimsvotn nel 2010 e 2011. Accettando l’invito dell’amico Franco Michieli, geografo esploratore, riteneva fosse l’offerta ideale per approfondire l’idea di permanenza nel bianco mondo di una terra imprevedibile. La realtà superò ogni previsione. La natura islandese è un quadro dai colori color fuoco anche se domina il bianco. E’ tutto in formazione, L’attività geotermale e vulcanica è parecchio intensa. Un paesaggio disegnato da vulcani, sorgenti d’acqua calda, geyser, strutture rocciose dalle forme bizzarre e magiche. Deserti e cascate, fiordi e distese di muschio, laghi e la quasi totale assenza di alberi. Il terreno perfetto che ha dato il via allo sviluppo interiore nel ruolo di viaggiatore nel nulla e nel tutto. Ma anche una riflessione: viaggiare in solitudine è bellissimo e necessario. Il ricongiungimento al mondo con la materia bianca è humus fondamentale per riportare quanto assorbito in loco. Mi fermo per dare ai lettori il piacere di completare il divertimento che il volumetto assicura. L’autore ti fa amare e rispettare la neve attraverso i suoi viaggi che sono esperienze interiori e arricchiscono quella parte di noi solitamente pigra. La curiosità di sapere oltre il nostro orizzonte quotidiano. Non solo, spiega anche la differenza tra il camminare sul terreno e sulla neve. Nel primo caso non ti chiedi cosa c’è sotto, nel secondo la domanda di sapere cosa trovi sotto è spesso necessaria per valutare la situazione, sia con gli scarponi che sugli sci. Sottolineando l’impossibilità di ingannare la neve. Che ricorda tanto la nostra coscienza.

 

Giuliano Orlando