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Lego. Storia dei mattoncini colorati e dei loro mondi infiniti.
Dall’idea di Ole Kirk Kristiansen nel 1932, nella falegnameria di famiglia in Norvegia, al volo planetario ai vertici assoluti nel regno dei giocattoli. MarcoTrevisan - Lego. Storia dei mattoncini colorati e dei loro mondi infiniti. Diarkos editore. Pag. 240. Euro 19.00.
di Giuliano Orlando
Ho scoperto l’esistenza dei Lego nel novembre 1976, in occasione di un campionato europeo di pugilato dei pesi medi, fissato nella città di Randers in Norvegia, tra l’italiano Germano Valsecchi di Milano e lo sfidante locale Poul Knudsen. Atterrammo ad Aarus, dove ci accolse l’organizzatore Mogen Palle. I 35 km. che ci separavano da Randers, furono percorsi su una specie di grande slitta con le ruote, trainata da due cavalli. A parte la curiosità per una scelta insolita, lungo la strada incontrammo pochissime vetture e molte biciclette. Alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, l’organizzatore diede ai giornalisti una sacca con alcuni prodotti locali e una scatola abbastanza grande dove spiccava il logo LEGO e all’interno una serie di mattoncini blu e rossi, oltre a un trenino da costruire e altre cose che non ricordo più. Portai il tutto a casa e la scatola finì nel ripostiglio per parecchio tempo. A tirarlo fuori fu mia figlia Cristina, che andava ancora all’asilo, ma era un piccolo genietto, capace di dare vita a quel trenino, anche se non so dirvi in che modo. In seguito, a quella scatola si unirono altre, arrivando al punto che il soggiorno ad un certo punto era diventato un parco giochi firmato Lego. Per fortuna anche la passione di Cristina cambiò orientamento e il soggiorno riprese il suo ruolo precedente e più pertinente in famiglia. Quando la sempre gentile e disponibile Gloria Pisana, mi informa che la Diarkos aveva pubblicato la storia dei mattoncini colorati, ovvero il mondo di Lego, ho alzato le antenne, curioso di conoscere una storia che nel mondo dei giocattoli è unica nel suo genere. Come è nata e si è sviluppata, toccando il vertice assoluto. Leggo a pagina 164, che introduce la parte conclusiva, questo avvio: I pezzi venduti dalla Lego si stimano in oltre quattrocento miliardi, quasi un centinaio di pezzi per ogni abitante della Terra. Tra gli appassionati ci sono molte celebrità, tra cui l’ex stella del calcio inglese David Beckham, la cantante americana Katy Perry, gli attori Chris Pratt e Gillian Andersen e l’ex presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Una bella compagnia. Oltre che il secondo produttore di giocattoli al mondo dopo la Mattel, davanti al colosso Hasbro. La storia prende il via nel 1916, in quel di Billund, un paesino di cento anime, nello Jutland, regione danese nella parte settentrionale, prevalentemente dedita all’agricoltura, allevamento e all’estrazione della torba. In quell’anno, l’ex mastro carpentiere Ole Kirk Kristiansen, acquista una piccola falegnameria e carpenteria con abitazione annessa. Fino al 1932 la Billund Maskinsnedkeri, contribuisce a erigere e ammobiliare case, scuole, edifici pubblici, le chiese, le locande e le banche, in prevalenza costruite in legno. La crisi finanziaria scoppiata negli USA nel 1929, si fece sentire anche in Europa, compresa Billund. La falegnameria del pur volonteroso Ole Kirk stava imboccando il classico profondo rosso. Niente ordini di lavoro e i clienti non riuscivano a saldare i debiti. Nella primavera del 1932 si presentarono due commercianti di legnami che avevano ricevuto ottime referenze su come lavorava, acquistando un bel po’ di cose. Oltre a scale, sgabelli, panche e assi da stiro, chiesero soprattutto modellini di automobili verniciate, piazzate con facilità. La falegnameria riprese vita grazie ai giocattoli in legno. Storicamente il primo fu un’anatra colorata per i figli, che apriva il becco tirando una cordicella, oggi ambito oggetto da collezione. Crescendo, anno dopo anno quasi miracolosamente. Superando avversità di vario genere compresi due incendi devastanti. I primi mattoncini colorati videro la luce nel 1949, costruiti in acetato di cellulosa. In seguito prodotti in plastica e diventati nel tempo il giocattolo più popolare al mondo. Ma non solo per i ragazzi. I Lego sono entrati nel contesto generale della società. Oggi fanno parte di ogni segmento globale. Sport e spettacolo, i mezzi di comunicazione a partire dai colossi più accreditati, mettono i Lego, nei loro programmi. L’azienda oggi di proporzioni gigantesche, nel suo sviluppo tecnologico ha saputo galoppare alla pari dell’evoluzione dei gusti, al passo con i tempi e in alcune situazioni a indicarne il percorso. Raccontarlo sarebbe esercizio inutile. Ci ha pensato Marco Trevisan, il quale, visti i suoi precedenti lavori, ama addentrarsi nei destini di uomini e intuizioni con lo spirito del ricercatore, una specie di geologo sociale. La storia della famiglia Kristiansen, non è da meno di quelle dei Ford o di altri giganti che hanno segnato epoche. L’autore ha raccontato questa saga del Nord Europa intingendola di freschezza mediterranea. Per questo è un libro tutto da leggere, scoprendo pagina dopo pagina, una favola diventata realtà. Giuliano Orlando