Agli europei di Belgrado, sconfitte ingiuste per Canfora e Nicoli.

Pubblicato il 23 aprile 2024 alle 01:00
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

di Giuliano Orlando

BELGRADO. Dopo una settimana di attesa hanno esordito le donne agli europei. L’Italia metteva sul ring, Rebecca Nicoli (60) e Assunta Canfora (63)l la prima contro la turca Ozer Gizem, già qualificata per i Giochi di Parigi a Cracovia, la campana di fronte alla slovacca Tamara Kulakova, match impegnativi, ma non impossibili. La prima a salire sul ring è stata la mancina milanese, che doveva riscattare a questi europei una stagione storta. Non partiva bene l’azzurra, poco mobile e incerta, facilitando la turca, che mulinando le braccia, anche se colpiva poche volte, dava l’impressione di condurre il match. Le reazioni di Rebecca pur valide e precise risultavano sporadiche e alla fine del round, tre giudici assegnavano vantaggio alla turca. Ci si aspettava la reazione alla seconda ripresa, invece era la turca più attiva e in tal modo aumentava il vantaggio con il 4-1 a suo favore. La sollecitazione dei tecnici all’angolo dell’italiana trovavano la risposta attesa, con la nostra atleta che finalmente anticipava e colpiva netto la turca, costretta a subire anche un conteggio. Round dominato, ma il logico e giusto 5-0, veniva sporcato dal giudice bosniaco Babai Sandor, che assegnava clamorosamente il round alla turca, risultato decisivo per l’assegnazione della vittoria, giunta col Bout Review, favorevole alla Gizem per 4-3. E qui ci si domanda con quale criterio viene assegnata la vittoria. In teoria chi finisce meglio dovrebbe essere premiato, cosa che non è avvenuta. Anzi il contrario. Vediamo di spiegare come funziona il sistema innovativo. Ogni volta che il verdetto finisce 3-2, si ricorre al questa revisione. In teoria due giudici che hanno seguito il match sono chiamati a conteggiare i colpi e assegnare la vittoria a chi ne ha messo a bersaglio di più. Operazione che porterebbe alle calende greche il risultato. Cosa succede? Semplice, i due signori valutano a loro discrezione chi ha vinto a decidono il verdetto. Non mi pare un sistema equo, perché volenti o nolenti, hanno una preferenza comunque soggettiva e non tengono conto di chi ha finito meglio. Che poi un giudice, in questo caso il bosniaco, assegni il terzo round alla peggiore e faccia perdere quella che avrebbe meritato la vittoria è la conseguenza più nefasta, ma realistica, visto che ha tolto alla Nicoli una vittoria che meritava. Quando Nicoli lo ha saputo ha allargato le braccia, trovando la forza di sorridere sia pure amaro: “Mi piacerebbe conoscere quel giudice per farmi spiegare come ha potuto vedere la turca avanti, dopo essere stata contata e colpita per tre minuti, con un rapporto di colpi almeno doppi a mio favore. Questo mi fa arrabbiare veramente. Intendiamoci la turca è brava e forte. Nel secondo round mi ha centrato un destro alla fronte che ha condizionato la ripresa, quindi nessuna discussione sul vantaggio. Nel primo non mi sembrava avesse fatto, meglio anche se io sono lenta a carburare. Una sconfitta assurda, che mi addolora in particolare mi spiace per il maestro Giulio Coletta che mi ha preparato per Belgrado facendomi resuscitare dall’abisso dove ero finita, dopo essere stata esclusa dalla preolimpica di Busto. Ci ha dato fiducia, parlo anche per Assunta, conducendoci agli europei in una condizione atletica e mentale perfette. Perdere così è troppo assurdo”.  

Ma ancora più assurda è la sconfitta di Assunta Canfora, che ha veramente il sapore della beffa. Assunta, giunta a Belgrado con una bronchite pesante, curata in questi giorni, è salita sul ring consapevole di non essere al 100 per 100 ma ci ha messo il cuore e qualcosa in più. Contro la più alta slovacca Tamara Kulakova, premiata con grande abbondanza nella prima ripresa, la campana aveva recuperato lo svantaggio, dominando il secondo round e tenendo botta nel terzo tempo, anche se l’arbitro sembrava vedere solo la testa bassa di Assunta, mentre gli abbracci della Kulakova venivano ignorati. confermando che troppi di questi signori strizzano l’occhio alle rappresentanti di certe nazioni, una tacita alleanza, salvo poi essere sempre contro l’Italia, come il serbo, regolarmente a nostro sfavore. A mio giudizio, la nostra aveva portato più pugni, dimostrando al voglia feroce di vincere. Infatti tre giudici le assegnavano il vantaggio, per cui il Bout Review, doveva risultare una pro forma. E invece i due signori decidevano di capovolgere il verdetto assegnandolo alla slovacca. A questo punto, i sospetti negativi sono il minimo. Perché due valutazioni opposte e sempre contro l’Italia? Ed è la quarta volta che succede a questi europei. Ma questi signori che restano sempre in incognito, chi li esamina? La mancanza di coerenze è evidente. Quello che hanno definito la novità salva verdetti è semplicemente un modo che farli convergere dove vogliono due soggetti anonimi. Mica male come marchingegno. Negli spogliatoi la Canfora sfogava la delusione con un pianto dirotto: “Non ho fatto un grande match, questo sono la prima ad ammetterlo e i motivi sono noti. Ma ho dato tutto quello che avevo. Nel terzo eravamo tutte e due stanche, ma io cercavo di portare pugni, l’avversaria legava soltanto. L’arbitro poi seguiva ogni mia mossa e interveniva per ogni minimo errore. L’altra poteva legare, abbracciare e buttarsi addosso e andava bene. Al momento mi viene voglia di dire basta. Vediamo domani cosa penso”

Su questo versante, siamo in testa alla classifica. Chiaro che c’è anche un’assenza ai vertici della categoria, per cui in caso di equilibrio chi ha più santi ottiene l’indulgenza plenaria. Lo si riscontra giorno dopo giorno. La Serbia gioca in casa e per batterla devi scalare una montagna, i russi sono già forti e giocano anche sulla sudditanza di giudici che si presentano agli europei per la prima volta e inconsciamente hanno rispetto per le nazioni più quotate. In una rassegna dove mancano la Gran Bretagna, l’Ucraina e la Germania, non è difficile capire da parte tira il vento. Lo si capirà meglio mercoledì e giovedì quando gli incontri valgono il podio. Tra l’altro molti degli arbitri-giudici sono alla prima esperienza e ascoltano i più anziani e questo determina valutazioni poco personali. Confesso che mi auguravo di poter annunciare due verdetti diversi, anche se questo non voleva dire podi assicurati. Giulio Coletta non l’ha presa bene questa continuità avversa alla squadra italiana: “Non metto in dubbio la buona fede di chi opera, quindi vorrei escludere una posizione a priori. Quello che non capisco e che partendo da situazioni diverse, per quattro volte il verdetto ci è sempre stato contrario. Le nostre Nicoli e Canfora avevano finito meglio e hanno perso 4-3, Guidi era avanti per tre giudici alla fine del match e hanno scelto il turco, Commey aveva messo in crisi il francese nell’ultimo round, che ha legato e abbracciato, senza che l’intervenisse l’arbitro e i due signori del Bout Review hanno premiato quello che ha perso l’ultima ripresa. Confesso di far fatica a capire queste scelte”.                                        

Dopo il doppio boccone amaro di lunedì, speriamo che martedì ci porti quello che ci è stato tolto. Combattono le altre tre azzurre. La campana Giovanna Marchese (48) trova la spagnola Carmen Gonzales, per una posta importante, visto che chi vince ha il podio assicurato. Nell’eventuale sfida successiva avrà di fronte la russa Chumagalakova, europea nel 2019 che ha superato la francese di colore D’Almeida o la slovacca Nicole Durikova, testa di serie numero due. Intanto Giovanna deve compiere il primo passo avanti, che romperebbe la serie negativa. Nei 54 kg. ieri sera si è svolta la sfida tra la turca Akbas, iridata 2022 a spese della romena Perijoc, che vanta il titolo europeo 2019 a Madrid. Si trattava di una rivincita molto sentita che al termine dei tre round ha dato ragione alla brevilinea danubiana, più motivata e decisa, con un finale spumeggiante, al quale la turca non ha saputo reagire. Giusto il 5-0 per la romena, che sarà l’avversaria della nostra Olena Savchuk, che non ha nulla da perdere. Da valutare anche se la fatica della battaglia precedente abbia influito o meno sul rendimento della romena. La vittoria vale anche in questa categoria vale il podio. Due russe sono uscite dal torneo e tutte e due ad opera delle irlandesi. Nei 50 ci ha pensato Shannon Sweeney a tenere a bada la Geliusa Galiena e nei 54 la Tabazekova ha trovato disco rosso contro la Fay, da non sottovalutare anche se dopo la russa incrocia la stagionata bulgara Stanimira Petrova nel cui record figurano titoli europei e podi iridati. Terza azzurra sul ring, Jessica Galizia (75), preparata dal tecnico Patrizio Oliva. Sua avversaria la turca Busra Isildar, e anche in questo caso chi vince si assicura almeno il bronzo. Auguri di cuore all’azzurra. Nella giornata dedicata alla boxe femminile, unica eccezione maschile la categoria dei 92 kg. dove l’azero-cubano Alfonso Berto, ancora una volta è stato premiato con Bout Review ai danni dell’israeliano Zak. Mi chiedo quando un arbitro avrà il coraggio di mandare a casa questo pugile, che è la parte peggiore della boxe. Tira un pugno e poi lega, si appoggia alle corde e gigioneggia con movimenti inutili. L’arbitro croato e come lui anche altri, hanno lasciato correre, permettendogli alla fine di arrivare alla vittoria. Non solo, il giudice dell’Afganistan, che di boxe non penso ne capisca molto, ha assegnato i tre round a Berto. Nessun ulteriore commento.

Giuliano Orlando