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Il cammino dei Vulcani. 110 km. in sei tappe

Pubblicato il 30 ottobre 2025 alle 19:10
Categoria: Libri di Sport
Autore: Wilma Gagliardi

   

 Il cammino dei Vulcani. 110 km. in sei tappe

A pochi km. da Roma, lungo un percorso che parte dai Monti Sabatini e arriva al Mar Tirreno - Marco Pastonesi, Fernando Passoleni – Il cammino dei Vulcani. 110 km. in sei tappe Ediciclo editore - Pag. 128 – Euro 14.00.

di Giuliano Orlando

La penisola italiana è terra di mezzo, crocevia ieri e oggi, di popoli e culture. Terra di mezzo pure in senso geologico. Una stretta striscia interposta tra Africa ed Europa, due placche continentali in perenne movimento che si avvicinano pericolosamente l’una all’altra, per uno scontro annunciato nel futuro prossimo venturo. Era accaduto in passato, quando la nostra penisola venne coinvolta nella chiusura di un antico oceano (Tetide), portando alla formazione della catena alpina e di quella himalaiana. Terra di mezzo ma anche del fuoco, con i suoi oltre 60 vulcani in attività dall’Encene ad oggi. Nove di questi mantengono accesi i fuochi che hanno nel ventre e tre in particolare: Stromboli, Etna e Vesuvio sfornano a ritmo costante scintille gigantesche che ricoprono di lava le montagne dove si ergono. Tutta la nostra penisola ha una lunga forzata storia di collaborazione con i vulcani, alcuni dei quali ora dormienti ma non esauriti. Gli autori, molto preparati nello specifico, hanno voluto dare un senso di attualità a questa storia antica, ma sempre attuale, facendo scoprire sei percorsi che uniscono lo spazio dai Monti Sabatini al Mar Tirreno. Già nella prima tappa da Oriolo Romano a Cerveteri si specchia la metamorfosi del territorio nei suoi aspetti geologici, culturali e storici. Le rocce che affiorano nella faggeta di Oriolo, sono in prevalenza colate laviche di colore grigio chiaro e lungo il percorso si trovano rilievi sia pure di lieve entità a morfologia conica. Ogni tappa descrive i percorsi in maniera esauriente, per mettere a proprio agio chi le percorre. Dai dislivelli agli alloggi, quanti i km. di sterrato e quanti in asfalto. Le altitudini, la lunghezza della tappa e il tempo indicativo sulla distanza. In aggiunta, dettagli non secondari come la specifica degli alberi, i grandi coleotteri e il risultato di un metro cubo di sabbia, frutto dell’accumulo di milioni di granelli (frammenti di roccia e minerali) spesso derivati dall’erosione di rocce vulcaniche. Importante anche conoscere gli abitatori lungo il percorso. Gli aironi nelle diverse ramificazioni, dai cenerini all’ultimo arrivato, il “guardabuoi” giunto dall’Africa. Anche la fauna ittica ha subito variazioni importanti. Nel lago di Bracciano il persico sole, la gambusia e coregone hanno diritto di anzianità sia pure limitata, mentre il persico trota è tra gli ultimi arrivati, in compagnia del gambero rosso della Luisiana, un vero killer che sta alterando struttura e funzionalità del lago. Seconda tappa da Trevignano Romano a Campagnano di Roma, la più lunga con i suoi 25,2 km. da compiersi in otto ore. Abbastanza impegnativa ma altrettanto interessante. Partenza dalla Piazza dell’Orologio, costeggiando la chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, ci si avvia verso Malpasso, quindi sul lato destro del Monte Agliano e avanti verso la via Francigena e Innesto, Monterosi e Cascinone, ognuna con le proprie specificità e opportunità di ristoro. Un alternarsi di ambienti, dal lago alla campagna, dai boschi alle cascate, dai noceti ai noccioleti. Campagnano di Roma, ha una storia ultramillenaria, iniziata all’età del bronzo (1550 a. C), proseguita con Faisci e Veienti, Etruschi e Romani, tra insediamenti e distruzioni. Imperdibile il Museo archeologico del Pellegrino, di recente apertura. Il terzo percorso da Campagnaro di Roma arriva ad Anguillara Sabazia, dopo 16,3 km. nel cuore dell’area vulcanica della conca del Baccano e Stracciacappe al lago di Martignano, legati ad attività idromagmatica. La successiva tappa si conclude a Manzina, la più facile anche se tocca i 18,3 km., continuando a costeggiare sul lato destro il lago di Bracciano, mentre dall’altra parte si scorgono cave di leucite, per giungere in vista del mare. Il percorso tocca la parte più alta del lago arrivando alla cresta del cratere di Vigna di Valle, per poi scendere fino a costeggiare la ferrovia per raggiungere Manziana. Un centro talmente ricco di testimonianze antiche da meritare una sosta prolungata. Dall’acquedotto Odescalchi agli Archi di Boccalupo, la chiesa di San Giovanni Battista, la fontana dei Mascarino, i resti dell’antico borgo di Santa Pupa, che non era una santa cristiana, ma una dea pagana, protettrice dei bambini, alla quale Gioacchino Belli dedicò un sonetto. A suo ricordo l‘ipogeo, una galleria lunga 150 metri, dove sono scavati 34 cubicoli. Purtroppo al momento chiusa. A Manziana si trova anche la Caldara, un territorio dove l’emissione del gas è costante e pericolosa, Per contro, accanto trovi un boschetto di betulle, alberi di assoluta eleganza per forma e colore. Mancano solo 18,2 km. per concludere una stupenda esperienza, che porta da Sambuco a Cerveteri. Per raggiungere la meta si superano due guadi, lunghi tratti di bosco tra radici e sassi (fare scorta d’acqua a castel San Giuliano), lungo un percorso che fotografa storia e geografia, natura e archeologia e ha per traguardo il mare. Sul piano geologico cambia la geologia vulcanica. Lascio al lettore il piacere di scoprirlo, come le cento e oltre informazioni di un libro dal formato mignon, costruito con grande sapienza. Completo per chi intende provare le emozioni del viaggio in questione. Ma anche per la conoscenza di un territorio che non solo ci appartiene, ma che deve essere conservato e protetto anche per chi arriverà dopo di noi.

Giuliano Orlando