La WWE brucia il ritorno dello Shield

Pubblicato il 29 novembre 2017 alle 18:30:56
Categoria: Wrestling
Autore: Luca Servadei

Il 2017 è stato un anno particolare per la WWE. Lunghi periodi stagnanti e qualche interessante spunto narrativo hanno scandito un’annata di sostanziale assestamento. Tra le trame che più hanno destato l’attenzione c’è quella che ha visto lo Shield protagonista. La tanto agognata reunion c’è stata, Roman Reigns, Seth Rollins e Dean Ambrose hanno accantonato i rispettivi dissapori e si sono ricongiunti. Ma l’entusiasmo generato dall’effetto nostalgia sembra già svanito a poco più di un mese dalla rinascita di una delle stable più dominanti del nostro secolo e i motivi sono facilmente rintracciabili.

Premesso che, secondo una delle due scuole di pensiero, il successo della prima volta era irripetibile e riunire i tre atleti sarebbe stato deleterio per tutte e tre le parti in causa. In parte per coerenza narrativa, in parte perché gli stint da singoli avevano raggiunto un punto di non ritorno.

Ma i fan sono stati accontentati e solo alle Survivor Series abbiamo visto la stable riunita, in occasione del match vinto contro il New Day nella sfida interbrand con Smackdown. L’ingresso dagli spalti, lo spelling della parola “Shield” che precede le note della loro theme song, la triple powerbomb. Abbiamo visto tutto in una sola notte e forse è bastato così.

Non si sente, infatti, l’urgenza dello Shield, non di questa copia bruttina dello Shield: non la sentono i fan, sempre più tiepidi, e non la sente evidentemente la WWE, che all’indomani delle Series ha diviso nuovamente le strade dei tre. Roman Reigns ha sconfitto The Miz per il titolo Intercontinentale e intrapreso quella che sembra una faida con Elias Samson. Rollins e Ambrose, invece, paiono destinati a trovare spazio nella categoria tag team, continuando la rivalità con Cesaro e Sheamus (The Bar). Si vocifera che tra i due possa addirittura nascere una faida che culminerebbe a Wrestlemania 34, eventualità che metterebbe una croce sopra la ritrovata intesa. Mentre Roman Reigns dovrebbe prendersi il Main Event dello Showcase degli Immortali contro Brock Lesnar. Ognuno per conto proprio, ognuno per la propria strada. Di nuovo.

Insomma, piani per i tre insieme, almeno a breve termine, non sembrano essercene. E proprio l’assenza di idee e prospettive ci porta a bocciare la riunione dello Shield: troppo debole il pretesto che li ha portati al ricongiungimento, quella triplice intesa tra The Bar e The Miz, avversari così poco credibili che a TLC hanno dovuto aggiungere Strowman e Kane per rendere la minaccia più consistente: il risultato è stato disastroso, con Kurt Angle chiamato a sostituire l’infortunato Reigns bruciando il suo ritorno su un ring WWE dopo 11 anni di assenza.

La combriccola di The Miz e il New Day non si sono rivelati avversari all’altezza dello Shield. Reigns, Rollins e Ambrose hanno raggiunto una maturità e uno status tali da singoli, che per rimetterli insieme ci sarebbe voluto ben altro motivo, ben altro pretesto. Magari la sfida di una nuova stable dominante, magari l’Authority. Niente di tutto questo. L’aspetto più preoccupante è che la scelta possa essere stata dettata dalla necessità di riempire gli spalti dei due ultimi PPV e quelli dei live show.

Ci chiediamo, infine: ne è valsa la pena? Ci rispondiamo: per adesso, decisamente no. Il tempo per rimediare c’è tutto e farlo sarà doveroso sia verso i fan che hanno investito e investono emotivamente nel trio, sia per il trio stesso, che ha caratterizzato e tracciato alla stregua dei grandi una bella parentesi di storia della compagnia. La WWE lo deve a noi, e lo deve a loro.


Articolo scritto da Alberto Neglia.