Volley, le indicazioni positive dopo l'esordio col Giappone

Pubblicato il 9 settembre 2018 alle 23:30:56
Categoria: Notizie Volley
Autore: Redazione Datasport

Siete pronti, siamo pronti, sono pronti. Voi, noi, loro. I pallavolisti, gli allenatori e il pubblico da casa o sugli spalti dei palazzetti italiani. Si, avete sentito bene. Il Mondiale di pallavolo lo ospita la nostra cara Penisola (prima e terza fase del torneo in Italia, seconda fase in Bulgaria), che dopo aver blindato in una stanza l’amara esclusione da Russia 2018 della Nazionale di calcio, è pronta a ad appassionarsi, commuoversi e gioire trasportata a suon di alzate, schiacciate, battute e difese acrobatiche dallo Zaytsev &Co. guidati dal tecnico Blengini, al suo primo appuntamento con la storia, gli azzurri sono carichi e pieni di adrenalina per raggiungere Torino, sede della finale iridata.

 Al “Foro Italico”, nell’eterna Roma, l’Italia asfalta, distrugge e annienta con un secco 3-0 il Giappone nel primo match del Pool A. Sotto un cielo stellato, in un’atmosfera fantastica, da mille e una notte, gli azzurri di Blengini non deludono le aspettative a margine di una partita (quasi) perfetta. Sudore, abnegazione e concentrazione ciò che hanno messo in campo con grinta e cattiveria agonistica i ragazzi italiani. Si svegliano tardi i Samurai del Sol Levante, che solo nel terzo set creano qualche problema ai padroni di casa. I parziali dei tre set sono: 25-20, 25-21 e 25-22. Analizzando il match spiccano le prestazioni del libero Colaci, il quale non lascia mai cadere a terra un pallone, del centrale Mazzone, alla sua prima apparizione in uno scenario mondiale, degli immensi Zar Zaytsev e della pantera Juantorena. Ma lo scettro di migliore in campo se lo conquista meritatamente il palleggiatore Giannelli: un giovanissimo poeta in mezzo ad artisti già affermati. Mani vellutate e classe sopraffina contraddistinguono l’alzatore del presente e del futuro di una Nazionale piena zeppa di talenti. Nel prossimo appuntamento gli azzurri affronteranno l’ostica compagine belga giovedì 13 settembre al palazzetto di Firenze “Nelson Mandela”. Il cammino è ancora lungo ed impervio, ma la strada imboccata è quella giusta.


Articolo a cura di Fabrizio Frasca