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Domenica 27 luglio, il Tour de France 2025 si conclude con una tappa finale carica di incertezze, lunga 132,3 km da Mantes-la-Ville agli Champs-Élysées. Non sarà il classico corteo celebrativo per i velocisti: per l’occasione, il percorso è stato ridisegnato e arricchito da una novità tecnica e simbolica. Il gruppo affronterà per tre volte la salita di Montmartre — 1,1 km al 5,9% su pavé — prima di puntare verso l’arrivo sul viale più famoso del mondo.
La scelta non è casuale. Si celebrano due ricorrenze storiche per il ciclismo francese: il 50° anniversario del primo arrivo del Tour sugli Champs-Élysées e del primo trionfo al Tour di Bernard Thévenet. Era il 1975, e il francese, allora 27enne, conquistò la maglia gialla ai danni di Eddy Merckx, al termine di una delle edizioni più epiche della Grande Boucle. Tornare a Parigi, e farlo così, è un omaggio alla memoria e alla modernità.
Dal punto di vista sportivo, questa tappa segna anche l’incoronazione definitiva di Tadej Pogacar, saldamente in testa alla classifica generale. Lo sloveno ha dominato l’edizione 2025, e pur non avendo più necessità di attaccare, potrebbe comunque cercare un sigillo di prestigio in solitaria, come già fatto in passato. In alternativa, potrebbe lasciare spazio a un compagno di squadra come Jhonatan Narváez, a conferma della forza collettiva della UAE Team Emirates-XRG.
Il tracciato propone due GPM nella prima metà (Bazemont e Pavé des Gardes), ma sarà l’ultima scalata di Montmartre, a 6,1 km dal traguardo, a decidere se si assisterà a uno sprint oppure a un colpo di mano. I corridori esplosivi o attaccanti finali — come Julian Alaphilippe, Romain Grégoire, Narváez o Ben Healy — potrebbero approfittarne per anticipare il gruppo. Ma se gli uomini-veloci reggeranno il ritmo, si aprirà la sfida a Kaden Groves, Wout van Aert o Arnaud De Lie, tra gli altri.
Dopo l’eccezione del 2024 (finale a Nizza per i Giochi olimpici), il Tour torna nella capitale, maa lo fa con una tappa vera che si prospetta intensa e incerta.