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Sport drink: servono davvero o solo fuffa? La verità che gli atleti non ti dicono

Pubblicato il 17 settembre 2025 alle 17:09
Categoria: Alimentazione
Autore: Matteo Fausto Di Felice

 

In gara o in allenamento intenso, bere acqua può non bastare. È qui che entrano in scena i sport drink, bevande formulate per reintegrare carboidrati ed elettroliti persi con il sudore. Ma sono davvero utili per tutti o rischiano di essere solo zucchero e marketing? In questa guida pratica scopri come funzionano, quando servono davvero, come scegliere la bottiglia giusta e quali alternative semplici puoi usare senza complicarti la vita.

Cos’è uno sport drink e come funziona

Con il termine sport drink si indicano bevande ipotoniche o isotoniche che forniscono due elementi chiave: carboidrati per mantenere la glicemia e elettroliti - soprattutto sodio - per favorire il riassorbimento dei liquidi e sostenere la funzione neuromuscolare.

  • I carboidrati in concentrazione 4-8% aiutano a ritardare la comparsa della fatica.
  • Il sodio migliora la ritenzione di liquidi e riduce il rischio di crampi. Se la seduta è breve e a bassa intensità, l’acqua è spesso sufficiente. Se lo sforzo si prolunga o la sudorazione è copiosa, una bevanda con carboidrati ed elettroliti può fare la differenza.

Quando uno sport drink è davvero utile

Gli sport drink non sono una bacchetta magica, ma in alcuni scenari diventano uno strumento intelligente:

  • Allenamenti o gare oltre 60-90 minuti, specialmente a ritmo medio-alto.
  • Caldo umido o temperature elevate, con sudorazione abbondante.
  • Atleti “salty sweaters”, che perdono molto sale con il sudore.
  • Sedute ravvicinate nello stesso giorno, in cui il recovery rapido è cruciale. Se stai pianificando un test o una competizione, può esserti utile ripassare la dieta prima di una gara per arrivare con le riserve di energia al top. DataSport

Quando è inutile o controproducente

Se l’uscita dura meno di 60 minuti e l’intensità è moderata, uno sport drink può essere superfluo e aggiungere calorie non necessarie. Attenzione anche alle bevande troppo zuccherate: concentrazioni elevate rallentano lo svuotamento gastrico e possono causare disturbi gastrointestinali. Chi punta al calo ponderale dovrebbe usare queste bevande con criterio, privilegiando l’acqua e curando l’assunzione di sali con l’alimentazione quotidiana.

Come leggere l’etichetta senza farsi fregare

Per scegliere bene, concentra l’attenzione su tre dettagli:

  1. Carboidrati 4-8% - indicati come grammi per 100 ml. Meno di così può essere poco efficace, molto di più rischia di pesare sullo stomaco.
  2. Sodio 300-700 mg per litro - range utile per la maggior parte degli sport di endurance.
  3. Osmolarità - isotonica o leggermente ipotonica per un assorbimento più rapido. Evita liste ingredienti infinite, aromi e coloranti non necessari e dolcificanti in eccesso se ti provocano fastidi. Ricorda che la tolleranza personale va testata in allenamento, non il giorno della gara.

Alternative semplici e fai da te

Se preferisci soluzioni minimal ma efficaci, prova così: acqua, un pizzico di sale, succo di agrumi e miele o maltodestrine per arrivare a una concentrazione di carboidrati intorno al 6%. Otterrai una bevanda ipotonica, economica e personalizzabile. In giornate fresche o su lavori brevi, può bastare acqua più un piccolo snack ricco di carboidrati a metà sessione, come una banana o una barretta semplice.

Takeaway per l’atleta smart

  • Lo sport drink è uno strumento, non un obbligo.
  • Valuta durata, intensità, meteo e sudorazione per decidere cosa bere.
  • Allena anche la strategia nutrizionale, non solo le gambe. Così eviti la fuffa, massimizzi la prestazione e proteggi il recupero.