Spagna, Luis Enrique si presenta: "Nessuna rivoluzione, non cambieremo il nostro stile"

Pubblicato il 19 luglio 2018 alle 16:25:59
Categoria: Notizie Nazionali
Autore: Matteo Sfolcini

Nella giornata odierna Luis Enrique è stato ufficialmente presentato come il nuovo commissario tecnico della Spagna. L'ex Barcellona, dopo l'anno di pausa, sarà chiamato a raccogliere l’eredità di Lopetegui e Fernando Hierro, che alla vigilia degli scorsi Mondiali si avvicendati in panchina. Il tecnico iberico, che ha conquistato con i blaugrana lo storico Triplete, ha spiegato: "So bene cosa vuol dire la Nazionale e cosa vuol dire essere ct, questa è stata la mia casa per molti anni. Sono molto contento e desideroso di iniziare, l’obiettivo è quello di conquistare entro i prossimi due anni la prossima grande competizione. Ci sono grandi sfide che ci attendono, sono pronto”.

Luis Enrique erediterà una Nazionale, uscita a pezzi da Russia 2018 a causa dell'eliminazione agli ottavi di finale contri i padroni di casa: "Lopetegui e Hierro hanno svolto un lavoro impressionante, poi la linea tra il successo ed il fallimento è molto sottile. Io li ringrazio di quanto fatto e approfitterò anche del loro lavoro, visto che sono due persone estremamente preparate". Il nuovo tecnico della Spagna non cambierà la criticata idea di gioco della squadra ma cercherà un'evoluzione: "Non cambieremo il nostro stile, non ci saranno rivoluzioni. Abbiamo una nostra identità, serve solo cambiare qualche sfumatura, l'ho già fatto in un grande club come il Barcellona. Vogliamo continuare ad essere padroni del pallone, ma dobbiamo migliorare nel pressing una volta che è stata persa la palla. La Nazionale deve essere il più vicina possibile a quella che è una squadra di club, anche se sappiamo che questa è una cosa complicata".

Dopo l'addio di Iniesta, altri senatori come Piquè potrebbero lasciare la Nazionale: "Sappiamo che ci sono molte decisioni da prendere, c’è un cambio generazionale in atto e valuteremo che cosa è il meglio per il futuro di questa Nazionale. Andres è stato come un fratellino per me da giocatore e da allenatore è stato quello che ci ha aiutato di più. Mi sarebbe piaciuto avere l’Iniesta di 25 o 26 anni, ma il tempo passa e lui ha preso una decisione che io rispetto. Piquè invece ha sempre mostrato il suo valore con la nazionale nel corso degli anni, suppongo che parleremo, dobbiamo rispettare la volontà di ogni giocatore. Io anti-madridista? Io non sono contro nessuno, per me è un motivo d’orgoglio rappresentare il calcio spagnolo”.