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"Il cuore ha rallentato fino a fermarsi": il procuratore capo di Udine Antonio De Nìcolo ha spiegato così le ragioni della morte del capitano della Fiorentina, avvenuta nella notte tra sabato e domenica nell'Hotel Là di Moret a Udine, a poche ore dalla sfida tra i viola e i friulani. Secondo l'autopsia eseguita da Gaetano Thiene, direttore Centro di patologia vascolare dell'Università di Padova, e da Carlo Moreschi, anatomopatologo e professore di medicina legale all'Università di Udine, il difensore è morto per cause naturali: negata dunque l'ipotesi di cause esterne diverse da questa. "In base alle evidenze dell’esame autoptico effettuato in data 6 marzo 2018 sul cadavere di Astori Davide Giacomo - dichiara De Nicolo a "La vita in diretta" r- in riferimento alla causa di morte, la si può indicare come causa di morte cardiaca, senza evidenze macroscopiche, verosimilmente su base bradiaritmica, con spiccata congestione poliviscerale ed edema polmonare".
Prima di una diagnosi definitiva bisognerà comunque attendere l'esito degli esami istologici: "I nostri consulenti hanno chiesto 60 giorni di tempo per depositare il loro elaborato - prosegue De Nìcolo - Da quel momento avremo un quadro completo". All'autopsia ha assistito un consulente della famiglia Astori, l'avvocato Virio Nuzzolese. Rispedita al mittente invece la richiesta di partecipazione da parte della Fiorentina: "La Procura ha ritenuto che siano persone offese solo i prossimi congiunti. Noi siamo persone danneggiate dal reato e siccome l'articolo 360 prevede l'avviso solo alla persona offesa hanno ritenuto che, nella veste di danneggiati, non fossimo legittimati a poter partecipare in questa fase", ha detto l'avvocato Raffaele Conte, nominato legale del club toscano. Domani la salma del calciatore arriverà a Coverciano, dove sarà allestita la camera ardente. Funerali in programma giovedì alle 10 nella Basilica di Santa Croce a Firenze.