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"Questa è una vicenda assurda, sono sempre stato corretto in campo e fuori. C'è un giudice che parla di me, dice cose inopportune forse da tifoso. Ha qualcosa di personale con me". Questo il duro sfogo di Antonio Conte, tecnico della Juventus, all'indomani della sentenza d'appello nell'ambito del processo sportivo sul calcioscommesse, che ha confermato la condanna a 10 mesi di squalifica.
"E' 7 mesi che sono oggetto di accuse infamanti, per fare di me lo spot di uno scandalo calcioscommesse. Mai scommesso in vita mia - continua il tecnico juventino -. E sono più credibile di chi come Carobbio si vendeva le partite. E' una vergogna". Proprio sul giocatore ex Siena, Conte attacca: "Carobbio per la procura Federale è 'Pippo', non Filippo Carobbio. Sono Pappa e Ciccia". L'allenatore bianconero continua il duro monologo rivelando: "Si parla della famosa riunione tecnica prima di Novara-Siena. Secondo voi, io davanti a 25 persone mi rendo ridicolo dicendo 'oggi pareggiamo?' Questa accusa infamante mi ha fatto diventare il volto del calcioscommesse".
Infine, il tecnico della Juve chiude con un monito: "Dopo questa vicenda, ho il timore di andare nello spogliatoio e di litigare con un calciatore. Ho paura di mandare un calciatore in tribuna: domani chiunque potrebbe denunciarmi. Oggi è successo a me e a tanti altri - conclude -: domani può accadere a tutti, aprite gli occhi".