Italia, Parisse: "Sei Nazioni? Non vediamo l'ora"

Pubblicato il 6 gennaio 2017 alle 10:21:09
Categoria: Rugby
Autore: Redazione Datasport.it

Il prossimo 5 febbraio l'Italia del rugby tornerà in campo all'Olimpico di Roma contro il Galles per il primo match del Sei Nazioni 2017. Sergio Parisse taglierà il traguardo della 74esima gara da capitano della maglia azzurra, il quarto di sempre tra tutte le Nazionali dopo Richie McCaw (110 test da capitano degli All Blacks), Brian O'Driscoll (84, tra Irlanda e Lions) e lo Springbok Jon Smit (83). Inoltre per Parisse si preannuncia la 121esima partita in carriera in Nazionale.
 
"Ho giocato tanti 6 Nazioni, ma è sempre un grande onore poter disputare questo Torneo - affera Parisse in un'intervista rilasciata alla FederRugby -. E' l'appuntamento più affascinante del nostro sport ed io, al pari del resto della squadra, non vedo l'ora di riprendere con la Nazionale". In autunno l'Italia è riuscita nell'impresa di battere il Sudafrica ma ha avuto anche qualche passo falso: "A novembre ci siamo lasciati con un po' di rammarico, la sconfitta contro Tonga è stata bruciante. Ma i test di autunno ci hanno fatto comprendere come si stia lavorando nella giusta direzione: il lavoro, il lavoro ben fatto, paga sempre. La vittoria contro il Sudafrica è lì a ricordarcelo. Un punto di partenza, non di arrivo” racconta il terza centro aquilano.
 
Il raduno del gruppo azzurro avverrà a Roma il prossimo 22 gennaio. Seguiranno le due gare casalinghe contro Galles e Irlanda: "La differenza tra una buona squadra ed una grande squadra è nella continuità della performance. Non faccio pronostici, non li ho mai fatti: ma avere due partite in casa è un ottimo inizio e giocare davanti al nostro pubblico, respirare l'entusiasmo ed il calore dei nostri tifosi, non può che aiutarci. E poi il bello del 6 Nazioni è che, ogni anno, regala sorprese".
 
Infine una speranza per il rugby azzurro: "A volte noi italiani – conclude Parisse – tendiamo ad essere molto negativi, a vedere tutto nero. E finiamo per convincerci che tutto sia negativo. Non è così: ci sono tante cose buone nel rugby italiano, tanti ragazzi con potenzialità. Bisogna lavorare per metterli nelle condizioni di migliorarsi. Ecco, per il 2017 che è appena iniziato mi piacerebbe questo: confrontarci tutti quanti in modo positivo, lavorare tutti nella stessa direzione, creare le condizioni per una crescita sempre più efficace del nostro movimento".