Roma, Totti: "Spalletti spinse per il mio ritiro, i giocatori ora mi rispettano"

Pubblicato il 21 settembre 2018 alle 12:23:00
Categoria: Serie A
Autore: Piergiuseppe Pinto

In occasione dell'uscita della sua autobiografia, Francesco Totti, intervistato dal Venerdì di Repubblica, ha ripercorso alcuni momenti della sua carriera, come il ritiro e la possibilità di finire la sua esperienza lontano dall'Italia. "Ho sempre detto che non avrei indossato nessun'altra maglia oltre a quella della Roma. Non avrebbe avuto senso chiudere in Asia o in America, sono un uomo di parola, avrei rovinato i miei 25 anni di calcio". Pur di restare in giallorosso, l'ex capitano rifiutò destinazioni molto importanti, come Milan Real Madrid.

"Stavo per andare ai rossoneri, ma la mia famiglia disse di no. Mia madre è apprensiva e possessiva, voleva tenermi tutto per sé e starmi dietro". A più di un anno di distanza dal ritiro, Totti parla del suo ritiro, in un certo modo forzato dalla società. "Luciano Spalletti è quello che ha spinto di più, aveva l'intesa con la dirigenza. Capello è un maniaco, con lui hai sempre torto e ha sempre l'ultima parola, anche se deve dimostrarti che un piccione è un gabbiano".

Adesso, la nuova vita da dirigente e un rapporto tutto diverso con lo spogliatoio: "I giocatori sono bastardi, ma mi rispettano. So come ci si comporta da calciatore, si hanno dei linguaggi segreti, come mezzi sguardi e parole. Adesso si parla ingles, se non lo sai non ti integri e si fa meno gruppo. In ritiro, dopo l'allenamento stavano tutti col telefono". Infine, una risposta alle critiche, secondo le quali Totti non voleva alcuni giocatori a Roma e, dopo il 3-0 al Barcellona nei quarti di finale, non aveva esultato perché dispiaciuto di non essere in campo. "Sono discorsi da bar. I giocatori non arrivavano per via del budget, mica per scelta mia. Qualsiasi cosa faccia ricevo critiche. Al primo gol contro i blaugrana non ho esultato perché non era ancora fatta, al secondo mi sono alzato, mentre al terzo ho preso mio figlio Cristian in braccio. La gente vede solo quello che le pare".