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La prova del nove. La Roma è attesa questa sera dalla Juventus, nel posticipo della 15esima giornata di serie A. I giallorossi sono in piena crisi di risultati e nella conferenza stampa della vigilia Luis Enrique ha addirittura prefigurato l'ipotesi di dimissioni. Il tecnico spagnolo non riesce ad ottenere il meglio dai suoi giocatori e i tifosi, inizialmente fiduciosi, stanno perdendo la pazienza: "E' un ottimo insegnante e sa come vorrebbe impostare la propria squadra - spiega Zibì Boniek ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport su RadioUno -. Ma nel nostro calcio non basta. Viene dal Barcellona, un club che coinvolge in ogni progetto tutti i calciatori. In Italia questo approccio non funziona. Luis Enrique cambia uomini e formazione ad ogni partita e finisce per scontentare tutti, diffondere malumori".
Il polacco, che vestì la maglia giallorossa dal 1985 al 1988, è critico con l'atteggiamento dello spagnolo: "Tanti proclami sul nuovo progetto, e va bene - prosegue -. Ma se vai a Firenze e ti presenti con Bojan e Lamela in attacco, lasciando in cassaforte Osvaldo, Totti e Borriello, non sfrutti le qualità dei giocatori che hai a disposizione. De Rossi, ad esempio, da playmaker basso è stato straordinario. Se una cosa ti funziona alla perfezione, perché cambiare mettendo in quel ruolo Gago? Hai una certezza, coltivala".
Boniek in ogni caso continuerebbe a dare fiducia a Luis Enrique: "Quando le cose non vanno bene, l'allenatore non deve pagare a tutti i costi - spiega -. Però in Italia va così. Capisco che fare bene a Roma sarebbe uno splendido biglietto da visita per la sua carriera futura e un'eventuale resa darebbe un segnale negativo ai suoi estimatori. Ma le idee non bastano, ci vogliono i risultati. Con la Juve sarà decisiva. Un pari potrebbe andare bene, meglio due feriti che un morto".