Nel mese di aprile il Real Madrid si gioca tutto. Liga, Coppa del Re e Champions League, tre obiettivi e un unico grande avversario: il Barcellona di Pep Guardiola. "Sarebbe triste e ingiusto per noi perdere tutto, perché stiamo lavorando bene. Ma è una logica possibilità dello sport, non sarebbe nulla di strano. Con Inter, Manchester United e Barcellona siamo l'unica squadra ancora in corsa per tutti gli obiettivi, qualcosa vorrà pur dire", spiega José Mourinho, intervistato nella trasmissione 'En Confianza' dell'emittente spagnola 'Veo7'.
Il 5-0 del Camp Nou di qualche mese fa è già dimenticato: "Non mi faccio condizionare dagli episodi negativi. Anzi, ripenso a quelli positivi come la semifinale con l'Inter a Barcellona - uno dei più belli della mia vita -, momenti che alimentano le mie motivazioni", continua lo Special One. Il portoghese è unico nella gestione dello spogliatoio: "Perché difendo così strenuamente i miei giocatori? Perché sono la mia famiglia. Se non li proteggo cosa faccio? Gli insegno a calciare i rigori? Io m'impegno a costruire un gruppo coeso, che giochi collettivamente. I miei giocatori devono sentire che dietro di loro c'è un leader che li protegge".
Nel Barcellona gioca un certo Messi, e lo Special One precisa: "Acquistarlo è una missione impossibile, voglio essere chiaro. E non vale la pena pensarci. Però non ho mai detto che non lo comprerei. Se un allenatore dicesse una cosa del genere, sarebbe un pazzo".
