Presentazione Livorno-Benevento

Pubblicato il 1 marzo 2019 alle 20:03:00
Categoria: Serie B
Autore: Redazione Datasport

Lunedì alle ore 2, va in scena all'Ardenza di Livorno il posticipo tra Livorno e Benevento, valevole per il 27° turno di Serie B. Sono 15 i precedenti tra le due squadre, il bilancio vede in leggero vantaggio i campani con 5 successi contro i 4 dei livornesi, 6 i pareggi. L'ultima sfida risale a più di 30 anni fa, nella stagione 86'/87' che si concluse con pari per 1-1. Squadre che arrivano all'impegno con morale diverso, il Livorno reduce da una batosta in casa dello Spezia vuole reagire, il Benevento lanciatissimo per la corsa promozione non può commettere errori.

La sconfitta per 3-0 in liguria, ha minato le sicurezze della squadra di Breda, in piena corsa salvezza. Nonostante la società amaranto abbia presentato un ricorso alla lega di B, per dubbi sulle regolarità dei cartellini di alcuni tesserati dello Spezia, il tecnico dei toscani vuole che si resti concentrati sul campo. La formazione dovrebbe essere la stessa ormai riproposta nelle ultime uscite, il 3-4-1-2 ha dato ampie garanzie. Gli amaranto vogliono proseguire la striscia di imbattibilità interna che dura dal 4 novembre.

Il Benevento, dopo l'importantissima vittoria maturata negli ultimi minuti contro il Pescara, si presenta in terra labronica con i favori del pronostico. I ragazzi di Baroni hanno il morale a mille e sono senza dubbio la squadra più in forma del momento. Sfida comunque da non sottovalutare per i sanniti, che per espugnare l'Armando Picchi si affideranno ancora alla classe di Roberto Insigne, e ai gol di Massimo Coda. Anche qui nessuna novità di formazione, il tecnico dei campani metterà in campo l'undici tipo.

Probabili formazioni:

Livorno (3-4-1-2) : Zima; Di Gennaro, Bogdan, Gonnelli; Salzano, Luci, Rocca, Kupisz; Diamanti; Raicevic, Giannetti.

Benevento (4-4-2) : Montipò, Maggio, Volta, Antei, Caldirola; Crisetig, Bonaiuto, bandinelli, Improta; Insigne, Coda.

Arbitro Nasca della sezione di Bari.


A cura di Marco Caruso