Premier League: a Manchester è febbre da derby

Pubblicato il 23 ottobre 2011 alle 09:16:02
Categoria: Notizie Premier
Autore: Redazione Datasport.it

Roberto Mancini contro Sir Alex Ferguson, El Kun Aguero contro Wayne Rooney, Mario Balotelli contro sé stesso. Il giorno del derby di Manchester è arrivato, con un carico di adrenalina forse sconosciuto. Mai nella lunga storia dei due club la stracittadina aveva avuto un significato così importante: il City comanda la classifica di Premier League con 22 punti, due in più dello United.

Si gioca all'Old Trafford, tempio dei red devils. I padroni di casa devono essere considerati i favoriti, visto che tra le mura amiche hanno vinto tutti i match disputati negli ultimi 12 mesi (l'ultimi pari interno è il 2-2 contro il West Bromwich Albion, del 16 ottobre 2010). E visto che schierano in attacco Wayne Rooney, già a quota 9 gol in campionato e reduce dalla doppietta su rigore in Champions League. La grandezza della sfida è ben raccontata dalle cifre: la classifica marcatori ai primi tre posti vede proprio Rooney, davanti ad Aguero (8 reti) e Dzeko (6). E la classifica degli assist-man è guidata da Samir Nasri - con 6 passaggi smarcanti - e da Ashley Young (5).

In stagione i due team si sono già affrontati in Community Shield. Il City andò avanti 2-0 con reti di Lescott e Dzeko, nella ripresa lo United recuperò e poi conquistò il titolo ai supplementari grazie ad uno straordinario Nani. Proprio il portoghese, insieme al Chicharito Hernandez, potrebbe essere il man of the match: il portoghese nelle partite che contano (vedi gol sensazionale al Chelsea qualche settimana fa) si esalta.

Sull'altro lato del campo l'arma segreta potrebbe essere Balotelli. SuperMario ha ritrovato continuità in Premier e convinto Mancini a suon di gol e buone prestazioni. E il tecnico jesino potrebbe schierare il suo pupillo sin dal primo minuto, nonostante l'ultima bravata dei fuochi d'artificio e dell'incendio nella casa da 3 milioni di dollari. "Sono maturato", aveva detto Mario pochi giorni fa. Mancini spera che lo sia almeno sul campo.