“E’ stato l’inizio di una bellissima sfida". Queste le parole di Cesare Prandelli ad un anno dalla sua investitura da ct della Nazionale. "Abbiamo colto l’eredità di un passato prestigioso, di un Mondiale che aveva sancito la fine di un ciclo, e stiamo ricostruendo le premesse per un obiettivo a lungo termine. Certo - continua il tecnico - è un percorso lungo e insidioso: il calcio evolve continuamente e noi dobbiamo agire di conseguenza, avendo il coraggio di investire, pazientare, osare”.
Sui “recuperi” di Cassano e Balotelli Prandelli si esprime con contentezza: “Antonio ha fatto tutto da solo. Ha conquistato la consapevolezza del proprio valore e di che apporto può dare alla Nazionale in termini di valore aggiunto. Mario è sulla buona strada, e pian piano sta trovando dentro se stesso il modo di mettere il proprio talento a disposizione dei compagni. Ora deve continuare così. Giuseppe Rossi? E' un peccato non vederlo in Italia, ma ciò che conta è che lui abbia continuità di rendimento".
Un ultimo commento il ct lo ha lasciato sulle buone prestazioni negli anticipi di Pazzini e Cerci: "Giampaolo non è una novità: è tre anni che sta dimostrando di essere un giocatore di altissimo livello e un grande goleador. Cerci sta facendo molto bene, ora deve trovare continuità. Una sua convocazione? Dipenderà anche dal modulo che vorrò usare".
