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"Questo ufficio ritiene che Matteo Gianello possa essere ammesso al beneficio dell'articolo 24 e ritiene congrua la squalifica di un anno e quattro mesi, partendo dalla pena base di tre anni e tre mesi". Queste le parole di Stefano Palazzi davanti alla Commissione Disciplinare Nazionale nell'ambito del processo sportivo sul calcioscommesse, in corso a Roma presso l'Hotel Parco dei Principi.
Determinante la confessione dell'ex portiere dei partenopei sul tentativo di alterare il risultato della partita Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010 e di coinvolgere i compagni di squadra Paolo Cannavaro e Gianluca Grava. "Gianello - continua Palazzi - ha reso possibili elementi che altrimenti avrebbero avuto un peso opinabile nell'inchiesta e sarebbero stati suscettibili di diversa contestazione".
Sulla richiesta è intervenuto anche Edoardo Chiacchio, l'avvocato di Gianello: "Il giocatore è stato collaborativo - ha osservato il legale - e tra l'altro dopo questi fatti non ha più giocato a calcio, la sua carriera si è interrotta bruscamente. Chiediamo di tener conto di questo".
In seguito a questa sentenza, il Napoli rischia 2 punti di penalizzazione per responsabilità oggettiva.