Kobe Bryant nella bufera negli States. La stella dei Los Angeles Lakers, a pochi giorni dall'inizio dei playoff, è il bersaglio delle critiche dell'America sportiva per aver apostrofato un arbitro con offese omofobe nel match vinto contro i San Antonio Spurs.
Dopo un fallo tecnico, Bryant si è seduto in panchina visibilmente arrabbiato e, dopo aver gettato via l'asciugamano, si è rivolto all'arbitro "Bennie" (con ogni probabilità Bennie Adams) con un insulto, catturato dalle telecamere. Tanto che Steve Kerr, ex giocatore e commentatore dell'emittente TNT, ha subito commentato: "Per i bambini che guardano da casa, meglio se le telecamere non lo inquadrano in questo momento".
Il comportamento di Bryant è stato stigmatizzato da diverse associazioni che hanno condannato pubblicamente il comportamento 'discriminatorio' del giocatore. Il quale si è difeso: "Quello che ho detto ieri sera non dovrebbe essere preso alla lettera - ha spiegato Kobe -. Era un atteggiamento di frustrazione durante le fasi calde del match, punto. Le parole espresse non rispecchiano i miei sentimenti verso le comunità gay e lesbica e non era mia intenzione offendere qualcuno".