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Dopo l'ottimismo trapelato dagli incontri della scorsa settimana, torna prepotentemente lo spauracchio lockout sulla stagione Nba. Nell'incontro di ieri tra David Stern e i proprietari, e l'associazione giocatori, non ci sono stati passi avanti, anzi. Nel meeting di New York, le due parti sono rimaste ben salde sulle loro posizioni, un po' come succede dal giugno scorso, con i proprietari che non si spostano dall'offerta di un 'hard cap', ovvero un sistema salariale rigido, contro la richiesta di un 'soft cap' da parte dei giocatori, ovvero un un sistema salariale che permetta diverse eccezioni per essere sforato, soprattutto per i veterani (come l'attuale contratto). "Sicuramente non è stata una bella giornata. Giovedì ci sarà una riunione tra i proprietari. Per adesso non abbiamo intenzione di cancellare nessuna partita di preseason ma la situazione è difficile. Io comunque voglio continuare a essere ottimista", ha detto il commissioner Nba David Stern.
Di pensiero opposto Billy Hunter, direttore esecutivo del fronte giocatori: "L'incontro non ha prodotto nessun risultato, in questo momento non ci sono possibilità che l’associazione possa accettare l’accordo proposto dai proprietari. I giocatori sanno che almeno metà stagione potrebbe saltare prima che si possa trovare un compromesso". Gli fa eco Derek Fisher: "Non ci stiamo assolutamente avvicinando ad un accordo. Non pensiamo che il training camp e la preseason possano partire alle date prestabilite". Il 3 ottobre dovrebbero iniziare i training camp, la fase di preparazione, e a novembre dovrebbe partire la regular season: difficile, a meno di miracoli.