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Nba, Dan Peterson: "Lockout? La colpa è dei giocatori"

Pubblicato il 1 luglio 2011 alle 12:36:00
Categoria: NBA
Autore: Redazione Datasport.it

Dan Peterson punta il dito contro i giocatori Nba. L'ex allenatore dell'Armani Jeans Milano, grande esperto di basket americano, spiega in un'intervista a Datasport le motivazioni del "lockout", indicando responsabilità e motivazioni. Il commentatore sportivo sostiene che i proprietari sono stati costretti a sospendere la prossima regular season Nba, perché i giocatori non sono scesi a compromessi accettabili. Una soluzione difficile da risolvere e che, secondo Peterson, potrebbe protarsi anche per tutta la stagione. In quel caso in Italia potrebbe davvero arrivare qualche top player statunitense.

Dan Peterson, di chi è la colpa del lockout?
"Sicuramente la responsabilità è al 100% dei giocatori. Sono molto arrabbiato con i giocatori Nba. Se ci tenevano davvero a questo sport avrebbero dovuto adeguarsi e accettare la riduzione della percentuale di profitto della Lega".

Ci spiega meglio?
"I cestisti statunitensi nel loro stipendio ricevono il 57% degli introiti totali provenienti da diritti tv, incassi, merchandising. E' un business elevatissimo. E non esiste in nessuna parte del mondo che i lavoratori prendono il 57 % e i proprietari il restante denaro. In qualsiasi rapporto di lavoro la percentuale è 40 lavoratori, 60 proprietari".

E tutto questo quindi penalizza fortemente i proprietari?
"Sì. Basti pensare che i proprietari perdono meno denaro non giocando una stagione che giocando. E' un sistema completamente da cambiare. Soltanto due anni fa i club Nba hanno chiesto 200 milioni di dollari di prestito alle banche per coprire i passivi. Ecco questi 200 milioni sono già finiti".

E non c'è margine di trattativa?
"No. I giocatori hanno detto che al massimo si riducono questo benefit dal 57 al 54 %. Troppo poco. Le parti sono distantissime e c'è il rischio concreto che il "lockout" duri per tutta la stagione".

Ma quindi qualche top player Nba potrebbe venire in Italia a giocare?
"Credo sia possibile, certo. Nel 1999 giocatori e proprietari trovarono l'accordo a gennaio. Credo sia quello il termine. Se entro gennaio non si trovano soluzioni e la Nba rimane chiusa per tutta la stagione, a gennaio può esserci una migrazione in Europa".

Chi potrebbe arrivare nel nostro campionato?
"Questo è impossibile da dire. In teoria potrebbero solo i free agent. Ma anche in questo caso nel regolamento non c'è totale chiarezza. Poi dipende da chi vuole rischiare e chi no. Cioè, tutte le assicurazioni che ci sono in Usa, in Italia non ci sono. Quindi dipende dalla volontà di ogni singolo giocatore. Se uno dice: 'Io non ho paura di farmi male e ho voglia di giocare', allora può venire. Se uno invece vuole riposarsi e non rischiare infortuni non viene".