Nardò, si dimette l'amministratore Antico: le sue dichiarazioni

Pubblicato il 21 ottobre 2019 alle 09:45:16
Categoria: Serie D
Autore: Redazione Datasport

Al termine della gara Nardò-Brindisi, valevole per il l’ottavo turno del girone H di Serie D, l’amministratone unico dei granata nella conferenza stampo post-partita ha dato le dimissioni. Si presume che esse siano state frutto di quanto accaduto nelle settimane precedenti, ovvero, la continua contestazione della piazza nei confronti di una parte della società. Contestazioni relative ad un rendimento non del tutto positivo della squadra salentina, la quale nonostante il buon pareggio ottenuto quest’oggi si ritrova ancora in ultima posizione a quota quattro punti.

Queste le parole dell’amministratore Antico: “Ringrazio tutti coloro che mi hanno affiancato in questa magnifica esperienza. Purtroppo devo ammettere che più di quanto fatto finora non possiamo fare, ha ragione la piazza, in un girone dove il valore delle squadre equivale a quelle di un campionato di Serie C, le nostre forze non bastano per competere con esse. La mia pelle ed il mio cuore sono granata, momentaneamente voglio dedicarmi alla famiglia. Se qualcuno fosse disposto ad acquisire i titoli del Nardò Calcio, siamo pronti a passargli la guida del club gratuitamente, consapevoli di aver fatto qualcosa di importante in un anno e mezzo. Indipendentemente dal risultato conseguito dal campo, sono arrivato quest’oggi allo stadio già con l’intento di fare questo passo in avanti. Sono deluso ed amareggiato, ringrazio tutti i giocatori che al contrario di quanto detto dai tanti, hanno sempre onorato la maglia. Non siamo stati e non siamo all’altezza di questa piazza, l’inesperienza è stata la causa principale dei risultati negativi ottenuti fino ad oggi. Purtroppo dispiace perché tutti i collaboratori, compreso me, abbiamo sempre aiutato la società e messo la faccia gratuitamente; inoltre io sono cresciuto calcisticamente ed umanamente a Nardò, perciò non posso negare il mio enorme dispiacere”.

Articolo di Simone Cataldo