MotoGP, 2018: il pagellone

Pubblicato il 18 novembre 2018 alle 17:15:00
Categoria: Moto GP
Autore: Matteo Novembrini

 

MotoGP 2018 – Pagellone

Marc Marquez 10

E cosa se non un 10? Macchia la stagione con una domenica assurda in Argentina ed una scivolata al Mugello, per il resto c'è sempre, sempre davanti, con sportellate o in fuga non importa, quest'anno ha dato l'idea che più che correre con gli avversari corresse per la storia, per riscrivere numeri e record del motociclismo.

Andrea Dovizioso 8

Apre e chiude la stagione, alla fine dei conti il 2017 è stato un anno migliore, non per la moto che quest'anno è cresciuta ma per lui, che stavolta insieme alle sue tante prelibatezze ha messo insieme anche qualche errore di troppo, un numero di cadute in gara sopra la media della sua carriera. L'impressione è che a tratti abbia sofferto Lorenzo, ma non si è mai perso del tutto e nel 2019 ci riproverà.

 

Valentino Rossi 8

Stagione molto, molto complicata. Eppure non perde il sorriso, continua a divertirsi e si prende la soddisfazione di finire terzo in classifica davanti al compagno Vinales, non una cosa da poco soprattutto all'alba dei 40 anni che arriveranno a febbraio. Manca l'appuntamento con la vittoria e questo, a parte il non aver lottato per il titolo, è il vero cruccio del 2018.

Alex Rins 8

Per diventare un vero top rider deve iniziare a cadere un po' meno, ma ha i numeri per far bene ed i cinque podi di questa stagione, conditi con l'aver chiuso davanti a Iannone in classifica, lo dimostrano. Messo a suo agio da Suzuki dopo il rinnovo, ha trovato serenità e si è visto in pista.

Cal Crutchlow 8

Non meritava di finire una stagione del genere nella ghiaia di Phillip Island, durante le libere per giunta. Questo non gli permette di lottare fino in fondo per essere il migliore tra i piloti clienti, ma fino a quando è stato in pista lo è stato; tre podi in tutto compresa la grandiosa vittoria in Argentina, con la quale per due settimane si è ritrovato ad essere leder del mondiale.

Alvaro Bautista 8

Se ne andrà dal Motomondiale, destinazione Superbike, non senza lasciare un senso di incompiuto in una carriera che avrebbe meritato forse la grande occasione, che gli capita solo come “premio” in Australia, al posto di Lorenzo, quando non delude affatto chiudendo gran 4°. Spesso e volentieri in top ten, il migliore tra le vecchie Desmosedici.

 

Maverick Vinales 7

Perde il confronto in classifica con Rossi, ma si prende la soddisfazione di essere l'uomo della vittoria Yamaha a Phillip Island, nella domenica che salva la stagione. Non poter lottare per il titolo è stata una mazzata, ha i numeri per stare con i grandi e vuole una moto che gli faccia ricordare i bei giorni di inizio 2017.

Johann Zarco 7

Diviso tra alti e bassi, a seconda anche dell' “umore” della sua M1, mette in saccoccia due pole, tre podi e la sesta piazza nella classifica generale, un bottino niente male reso un po' più povero da alcune domeniche in cui invece tra i primi di lui non si vedeva neanche l'ombra.

Danilo Petrucci 7

Insomma, bene ma non benissimo. Come biglietto da visita alla Ducati ufficiale il suo 2018 non è un granchè, fa buone corse, il più delle volte è veloce ma gli manca quel mordente per fare male davvero. L'apice della sua stagione è la piazza d'onore di Le Mans, soffre troppo in alcuni casi le gomme e di certo la sua stazza non aiuta, ma questa non è certo colpa sua.

Andrea Iannone 7

Non è riuscito ad essere la guida che Suzuki sperava potesse essere, divide la sua strada dai giapponesi ma questo non gli nega comunque la possibilità di fare ottime cose, come i quattro podi che raccoglie. E' mancata forse un po' di continuità (certe cadute non è riuscito a risparmiarsele), ma è comunque felice che il 2018 sia stata tutta un'altra musica rispetto al terribile 2017.

Jorge Lorenzo 7

Peccato per l'infortunio, sarebbe stato bello vederlo all'opera sulla Gp18 fino alla fine e vedere chi tra lui e Dovizioso, in un duello squisitamente casalingo, sarebbe arrivato davanti in classifica. Tre vittorie le porta a casa e questo dà un sapore diverso al suo rapporto con Ducati, con la sensazione fortissima che pure lui si sia pentito di non aver aspettato un paio di settimane in più prima di firmare con la Honda.

Jack Miller 7

Un po' altalenante ma capace di numeri di tutto rispetto, è protagonista di una buona stagione in cui manca solo il podio per sentirla completa davvero. E' comunque uno che non ha paura di rischiare e di giocarsi le sua carte con tutti, teniamolo d'occhio.

Franco Morbidelli 7

Stagione da deb piena di insidie in classe regina ma lui risponde presente alla chiamata, con tante buone prestazioni e soprattutto la costanza nei risultati, visto che va a punti 13 volte su 16 (ha infatti saltato Assen e Sachsenring). Nel 2019 vuole un salto di qualità.


 

Aleix Espargaro 7

Se non ci fosse lui a tener su la baracca, chissà dove si ritroverebbe l'Aprilia. Ci prova, sia in pista che nei box, per far crescere una moto che dopo il passo avanti del 2017 ne ha fatti tre indietro in questo 2018. Vuole di meglio e se lo merita.

Hafizh Syahrin 6

Tutto sommato bene, si ritrova in classe regina quando ormai si apprestava a fare una stagione in Moto2 e vive il 2018 all'insegna dell'apprendimento, tra l'altro su una M1 2017 tutt'altro che facile da capire ed interpretare. Vive la sua giornata di gloria a Sepang, in casa, quando parte ultimo e chiude decimo.

Tito Rabat 6

Corre solo fino alle libere di Silvestone, quando cade e si infortuna mettendo fine ad una stagione in cui fino ad allora aveva saputo fare buone cose.

Pol Espargaro 6

Da un lato la Ktm che delude, dall'altro lui alle prese con tanti infortuni che lo costringono a saltare quattro gare (in realtà tre per l'annullamento di Silverstone). Ne esce un campionato per lui complicato nel quale però dimostra sempre di essere superiore al compagno Smith. Tenacia premiata con la favolosa giornata di Valencia.

Takaaki Nakagami 6

Fa il suo ingresso in classe regina con una Honda clienti e lo fa in punta di piedi, senza prestazioni da far gridare al miracolo ma facendo le sue corse, raccogliendo un buon numero di piazzamenti a punti.

 

Tito Rabat 6

Un brutto infortunio lo toglie di mezzo, corre dunque solo metà stagione nella quale però riesce a raccogliere 35 punti.

 

Jordi Torres 6

Torna in classe regina come sostituto di Rabat, non si comporta male ed a Valencia raccoglie un simbolico ma importante punto.

Bradley Smith 5

Il duello interno con Pol Espargaro in Ktm lo vede sconfitto ed infatti migrerà alla MotoE, lasciando la sua sella a Zarco. Comunque, sebbene a tratti, dimostrare di poter dire la sua su una RC16 tutt'altro che veloce, con un finale di stagione in crescendo.

Karel Abraham 5

Una stagione spesa tra cadute e retrovie, pochi piazzamenti a punti a dare un senso al suo campionato con una Gp16. La giornata migliore la vive in Australia, quando eredita una tantum la Gp17 di Bautista.

Xavier Simeon 5

Mai all'altezza della situazione, marca appena un punto in tutto il campionato e lo fa a Phillip Island, la corsa che gli evita l'onta di chiudere a quota zero in classifica.

Daniel Pedrosa 4

Fa malissimo vederlo chiudere così, senza una gioia, senza un briciolo di soddisfazione nei risultati. Mai a podio con una moto che nelle mani di un altro vince il campionato, i risultati di quest'anno hanno fatto capire che età ed infortuni stanno mostrando il conto, mancherà a tutti ed è un dispiacere perderlo, sportivamente parlando, nella maniera peggiore.

Scott Redding 4

Uno degli investimenti peggiori dell'Aprilia, che infatti a metà anno gli ha già dato il ben servito. Lontanissimo dalle prestazioni di Aleix Espargaro, vive forse la peggior stagione della carriera.

Thomas Luthi 4

La classe regina è semplicemente troppo per lui, che se ne va senza essere riuscito a prendere neanche un punto.