Mondiali 2018, le dichiarazioni pre-gara di Deschamps e Dalic

Pubblicato il 14 luglio 2018 alle 20:57:14
Categoria: Notizie Nazionali
Autore: Marco Corradi

Quattro anni fa era toccato alla Germania tornare sul tetto del mondo, e ora la Francia sogna di ripetersi a 20 anni dall'ultimo successo Mondiale: nell'edizione casalinga, Didier Deschamps era stato un gregario dei campioni che riempivano quella Francia, ora invece è il condottiero che ha portato i Bleus alla seconda finale internazionale consecutiva. Non gli era andata bene a Euro2016, quando i transalpini hanno perso contro il Portogallo, e ci riproverà in Russia: vincendo i Mondiali, diventerebbe il terzo a conquistarli da ct e da giocatore.
Un bello stimolo per Didi, che però minimizza il suo operato: ''Da giocatore sei protagonista, da ct vivi attraverso i calciatori, che sono i veri protagonisti: devi usare energia psicologica ed essere sempre lucido, si fa anche più fatica. Rispetto al 2016 - spiega Deschamps -, il gruppo è diverso: 14 sono nuovi e hanno scoperto qui le emozioni del grande torneo. Gli altri invece sanno com'è andata all'Europeo, e so che non ripeteremo quell'errore e non sottovaluteremo la Croazia: faremo un grande lavoro, abbiamo studiato attentamente l'avversario e siamo pronti. Poi possono esserci altri fattori, la sfortuna, i pali e le grandi giocate come quella che aveva fatto per noi Pavard a mandare tutto all'aria - spiega il ct -, ma noi siamo fiduciosi. Cito quel tiro perchè, se vi dicessi che era voluto, giustamente ridereste. Parole chiave? Serenità, fiducia, concentrazione. Mbappé? Lo sto gestendo al meglio, e quando lo critico lo faccio solo per il suo bene: è un ragazzo intelligente''. Si passa poi alla Croazia: ''Hanno più esperienza di noi e giocatori con tante finali internazionali, ma ci è successo spesso da inizio Mondiale. Modric è mobilissimo, ha grande intelligenza tattica: Messi e Hazard sono veri attaccanti, lui è un uomo squadra. Nella grandi competizioni conta più il collettivo, e lui è una grande espressione del collettivo''.

Dall'altra parte, una Croazia che è la tredicesima debuttante in una finale Mondiale e vuole sognare: è la prima finale internazionale per i ragazzi di Zlatko Dalic, che vogliono imitare le ultime due deb, la Francia del 1998 e la Spagna del 2010 che vinsero il Mondiale. Dalic non ci pensa, e vuole che i suoi si divertano e non sentano la pressione, e neppure la fatica di tre supplementari consecutivi: ''Divertiamoci, godiamocela, giochiamo come sappiamo e sfruttiamo il momento: se vinceremo, esulteremo orgogliosi. Se perderemo, lo faremo con dignità e ci complimenteremo con l'avversario''. Dalic prosegue con grande tranquillità: ''La partita più difficile per noi l'abbiamo già passata, superando lo scoglio degli ottavi. Questa è la partita più grande che molti di noi giocheranno nella nostra carriera: dobbiamo godercela perchè ce la siamo meritata. Siamo passati attraverso momenti difficili - prosegue il ct, subentrato a Cacic al termine delle qualificazioni -: 10 anni fa giocavamo in stadi vuoti perchè eravamo squalificati, e questo ci ha temprato. Non abbiamo fatto allenamenti specifici, abbiamo grandi giocatori e sento che tutti sono al meglio: i miei giocatori sanno che in me hanno un amico, ci rispettiamo a vicenda e ci consultiamo spesso sulle condizioni fisiche di ciascuno. Chi parla di questioni psicologiche mente: non c'è tempo per questo, in un torneo così''. In chiusura, due parole su Mandzukic: ''Mario è un top player, per lui non fa differenza amichevole o finale, centravanti o ala. Nessun allenatore avrà mai problemi con lui, in ogni club sarebbe fondamentale: è di ottimo umore, si diverte e sta giocando a un livello fantastico''.