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Gundogan, Witsel, Mario Suarez, Soriano. La lista dei centrocampisti nel mirino del Milan è lunga, ma di sicuro non compare il nome dell'uruguaiano Tabaré Viudez. Lui che il rossonero lo ha già vestito, soprattutto in allenamento: arrivato sotto la Madonnina il 30 luglio 2008 per ben 4,5 milioni di euro insieme al connazionale Cardacio, ha esordito - non ancora 19enne - in un'amichevole estiva contro il City ed è stato poi aggregato alla Primavera.
Classe '89, Viudez ha esordito in serie A l'8 marzo 2009 in un Milan-Atalanta: sostituisce Beckham al 45' e l'arbitro fischia la fine senza recupero visto che il punteggio era di 3-0. Totale 7 secondi. Così ad agosto rescinde il contratto e torna nella sua ex squadra, il Defensor Sporting, poi sei mesi in Messico nel Necaxa. Nel gennaio 2011 il ritorno in Uruguay, stavolta nelle file del Nacional Montevideo, col quale vince il titolo segnando in finale proprio al suo Sporting. Nel 2012 decide di tornare in Europa, più precisamente a Istanbul, nelle file del Kasimpasa: gioca e segna, ma il Sudamerica lo richiama e lui non resiste.
Firma col River Plate, fortemente voluto dal tecnico Marcelo Gallardo che già lo ha avuto ai tempi del Nacional: e oggi come allora, Viudez regala una gioia al suo allenatore. Semifinale di Copa Libertadores, i Millonarios sono sotto 1-0 in casa del Guaranì e soffrono, avrebbero bisogno di un gol per chiudere la pratica e tornare in finale dopo 19 anni. Tabaré entra e all'esordio inventa la giocata che vale la finale: controllo di testa a centrocampo e spettacolare assist d'esterno che Luis Alario scodella in rete con un pallonetto. Tutti lo abbracciano e lui guarda il cielo: chissà che un pensiero non sia volato anche al Milan.