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La vittoriosa trasferta di Palermo, secondo successo consecutivo in campionato (non succedeva da ottobre, quando la squadra di Inzaghi sconfisse in pochi giorni Chievo e Hellas), porta sugli scudi ancora una volta la polemica relativa a Jeremy Menez. Il francese, autore di una stagione straordinaria, ha segnato 16 gol in 29 partite dimostrando di essere l'unico giocatore veramente decisivo nella rosa del Milan. Numeri da capogiro, ma il suo rendimento non basta a convincere del tutto critici e tifosi. Perché?
Entriamo nel dettaglio. Le qualità del francese, soprannominato 'Mago Houdini' proprio per le sue indiscutibili doti tecniche e spettacolari, sono sotto gli occhi di tutti. La rete del Barbera è una meraviglia, e non è l'unica in una stagione ricca di soddisfazioni personali (basti pensare al capolavoro nel derby d’andata). Ma la gara di Palermo è l'emblema della carriera del talento di Longjumeau: prestazione irritante per più di 80 minuti, poi la giocata individuale che risolve la gara.
Parliamoci chiaro: quanti tifosi rossoneri non hanno inveito contro Inzaghi quando sabato ha scelto di sostituire Cerci (autore di un'ottima prova) con Suso, e in seguito di togliere Destro per dare spazio a Pazzini? La pessima prestazione di Menez avrebbe giustificato un cambio, e invece dopo pochi secondi arriva la magia che tiene il Milan in corsa per un posto in Europa League, unico salvagente di una stagione disastrosa.
Il dilemma è questo: Menez è un vortice, ha bisogno di essere catalizzatore di ogni pallone per dare il meglio di sé. Lo scarso rendimento di Destro (e in precedenza di Torres) ne è la prova più lampante. Per non parlare di un Honda che nella prima parte di stagione, quando Menez non era ancora leader indiscutibile, aveva realizzato ben 6 reti in 8 gare salvo poi perdersi nel marasma di una crisi di gioco inarrestabile.
La domanda è se il Milan può permettersi un giocatore del genere. Dati alla mano in questa stagione, senza i 16 gol del francese, la squadra di Inzaghi rischierebbe la retrocessione (non è una provocazione). Ma nell'ottica di una rivoluzione che a fine anno dovrebbe comunque avvenire, i rossoneri possono ancora permettersi Menez? Non sarebbe meglio vendere un giocatore senza dubbio estroso e decisivo ma poco funzionale al gioco di squadra per monetizzare e finanziare, almeno in parte, la campagna acquisti?
Di certo Galliani e gli uomini di mercato del Milan non farebbero fatica a trovare acquirenti. Stiamo pur sempre parlando di un giocatore che ha messo a segno 16 reti nel difficile campionato italiano, l'operazione consentirebbe di mettere in cassa almeno una quindicina di milioni e fare una notevole plusvalenza (il francese è arrivato in estate a parametro zero). La realtà è che una squadra come il Milan, in attacco, non può affidarsi alla vena di un solo giocatore: che si chiami Zlatan Ibrahimovic (che comunque garantiva ben altre posizioni di classifica) o Jeremy Menez fa poca differenza. La matassa è davvero difficile da sbrogliare, vedremo cosa deciderà il Milan a fine stagione.
Alessio De Monte (Twitter @alegiemo)