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Filippo Inzaghi sarà l'allenatore del Milan, almeno fino a sabato prossimo. La sconfitta con la Fiorentina, la sesta del 2015 tra campionato e Coppa Italia, sembra non mettere in pericolo la posizione del tecnico rossonero, che a meno di clamorosi ribaltoni siederà ancora sulla sua panchina contro il Cagliari, nell'anticipo della prossima giornata. A salvarlo - se proprio dobbiamo trovare note liete- un'ora di calcio dignitoso al Franchi, dove il Diavolo ha concesso poco e ha pure siglato un gol, seppur di rimpallo.
Ora, con due sole vittorie nel nuovo anno e otto complessive su 27 incontri di Serie A, cercar lati positivi sembra uno scherzo. Ma d'altronde ha necessità di farlo in primis la società, ancor più che Inzaghi: è proprio il club del Portello a traccheggiare sull'esonero di Superpippo perché - vien da pensare - non ci sono valide alternative e l'opzione traghettatore, con Tassotti e Brocchi unici candidati, non piace a Galliani. Si lavora per l'anno prossimo, questo è certo, con Montella in cima alla lista e con la tentazione Sarri.
Nel frattempo c'è il Cagliari da battere. Sì, perché seppur la società stia dimostrando coi fatti di voler tenere Inzaghi fino all'ultima partita, l'ex attaccante potrebbe rovinare ulteriormente i piani del club costringendolo a cambiare guida tecnica: non far risultato con i sardi di Zeman significherebbe andare ancora più in basso. Perché se è ormai lampante che il Milan non lotti più per nessun obiettivo, è anche vero che al peggio non c'è mai fine. E in via Aldo Rossi vogliono provare quantomeno a salvare il salvabile.