Milan, domani l'udienza di fronte al TAS: tutti i possibili scenari

Pubblicato il 18 luglio 2018 alle 13:07:00
Categoria: Serie A
Autore: Marco Corradi

Il 27 giugno il Milan ha vissuto il peggior momento della sua storia recente, venendo escluso dalle coppe e dalla prossima Europa League, e ora i rossoneri attendono con trepidante ansia la decisione del TAS riguardo al loro ricorso. Il Milan, in venti giorni circa, è cambiato parecchio: Yonghong Li non ha restituito i 32mln a Elliott, venendo estromesso dal club e favorendo il takeover del fondo, che ora è proprietario del club ed esporrà le proprie decisioni nel CdA del 21 luglio prossimo. In quella data verrà ufficializzata la nomina di Paolo Scaroni a presidente rossonero, e forse verranno allontanati Mirabelli e Fassone come si vocifera da giorni: l'unico certo di restare, nonostante le indiscrezioni di ieri, è Ringhio Gattuso, volto della campagna abbonamenti e amatissimo dai tifosi, ma anche stimato da Elliott per come ha risollevato il 2017-18 rossonero. Insomma, il Milan si presenterà all'udienza del TAS con un volto parzialmente nuovo, e domani scoprirà il suo destino: i rossoneri dovranno presentarsi di fronte al Tribunale Arbitrale dello Sport alle 14, con la sentenza attesa nel tardo pomeriggio e non più modificabile. 

Il TAS prevede la presenza di un collegio di tre giudici: uno per ogni parte in causa e uno super partes e facente capo al Tribunale stesso. Non sono ammessi nuovi documenti, e dunque per il Milan la partita resta difficile da ribaltare. Troppi gli argomenti a favore dell'UEFA, che nelle motivazioni della sentenza è stata esaustiva: il no al voluntary e poi settlement agreement e la conseguente esclusione dall'Europa League (che manderebbe l'Atalanta ai gironi e la Fiorentina al preliminare di fine mese) nascono dal mancato raggiungimento del breakeven nel triennio 2014-17 (-150mln per il Milan) e da un mercato estivo 2017 che è destinato a peggiorare la situazione, ma non solo. Vengono citati altissimi dubbi sulla solidità della proprietà cinese, sul patrimonio di Yonghong Li e sulla presenza di Elliott come longa manus del club, e inoltre l'UEFA si lamenta della mancata presentazione di una documentazione sulle finanze personali di Li e dei continui cambiamenti di fronte sui ricavi dalla Cina: il Milan aveva promesso circa 300mln, ne ha incassati meno di 120. La situazione, dunque, è difficilmente ribaltabile, ma ci sono due scenari possibili riguardo alla sentenza di domani: il primo, auspicato dai rossoneri, porterebbe all'annullamento dell'esclusione dall'Europa League, ma non escluderebbe ulteriori sanzioni. Il Milan verrebbe infatti ammesso alle coppe, ma anche rispedito alla Camera Giudicante per ricevere un settlement agreement o significative limitazioni alla rosa nella competizione sopraccitata.

Nel secondo caso, invece, l'esclusione dei rossoneri verrebbe confermata, e tra un anno il club dovrebbe dimostrare di essere rientrato nei parametri (l'UEFA chiede 50mln di plusvalenze per tre anni) per essere ammesso alle coppe. In caso di cambio di proprietà nella prossima stagione, però, i rossoneri potrebbero chiedere il voluntary agreement nel 2018-19 e dopo un anno senza coppe: i tifosi non sanno cosa sperare, e dal canto suo il Milan spera che l'ingresso di Elliott possa ammorbidire la mano pesante attuata dall'UEFA. Le violazioni al Fair-Play Finanziario rimangono, ma l'hedge fund si è impegnato a garantire solidità finanziaria e stabilità al Milan (e ovviamente, col club in suo possesso, il debito da 300mln con Yonghong Li è azzerato), e domani potrebbe presentarsi al TAS al fianco di Fassone.