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Mercato invernale a saldo zero in arrivo in Serie A e perché più club del solito rischiano il blocco

Pubblicato il 10 dicembre 2025 alle 21:12
Categoria: Notizie Calcio
Autore: Matteo Fausto Di Felice

 

Tra due settimane arriverà il verdetto della nuova Commissione statale che ha sostituito la Covisoc: diversi club hanno già consegnato i documenti entro il 1° dicembre. Il parametro chiave è il costo del lavoro allargato fissato oggi a 0,8 e destinato a scendere a 0,7 dall’estate, in linea con la regola UEFA che porta il tetto di spesa al 70% dei ricavi dal 2025/26. Intanto si parla di “blocco soft”: mercato aperto solo a saldo zero.

Viviamo un calcio liquido, dove regole e bilanci scorrono veloci e il mercato invernale rischia di diventare un esercizio d’equilibrio. Nel dibattito sulle quote Serie A rientra ora un termine che sentiremo spesso: blocco “soft”. Non è uno stop totale, ma un freno che consente trattative solo con uscite pari alle entrate. Dietro c’è il costo del lavoro allargato (CLA), l’indice che mette a confronto stipendi e ammortamenti con i ricavi. Oggi il paletto è 0,8: se spendi 100, devi fatturare almeno 125. Dall’estate scenderà a 0,7 e serviranno ricavi per 145 a parità di spesa. Ecco perché più squadre del solito potrebbero ritrovarsi a gennaio con margini strettissimi.

Perché il blocco soft può toccare tanti club già a gennaio

Almeno 6-7 club rischiano di non rientrare nel parametro e di dover chiudere il mercato a saldo zero. Nei radar ci sono big e medio-piccole: Lazio e Napoli sono citate fra i casi più delicati, per motivi diversi (calo dei ricavi da un lato, peso degli ammortamenti dall’altro). La finestra invernale si apre mentre la nuova Commissione — voluta dai ministri Abodi e Giorgetti e presieduta da Massimiliano Atelli — completa l’analisi dei dossier ricevuti entro il 1° dicembre; la lista dei “promossi” e dei “rimandati” arriverà entro metà mese.

Cosa misura davvero il costo del lavoro allargato e perché è diventato l’ago della bilancia

Il CLA somma stipendi, contributi, commissioni e ammortamenti dei cartellini e li rapporta ai ricavi operativi (tv, sponsor, botteghino). È l’indicatore più impattante perché si muove con il mercato: se sfori, a gennaio non puoi aumentare i costi senza coprirli. La FIGC ha fissato la soglia allo 0,8 per la stagione in corso e ha già approvato la discesa a 0,7 dalla prossima estate; per favorire gli investimenti sui giovani, dal 2026 alcune voci relative agli Under 23 italiani selezionabili per le Nazionali saranno escluse dal conteggio.

La nuova authority che ha preso il posto della Covisoc e come cambiano i controlli

La Commissione indipendente per l’equilibrio economico-finanziario delle società sportive professionistiche è operativa: è un organismo statale, più esterno al sistema federale, con Atelli presidente e membri nominati con parere favorevole del Parlamento. Il governo ha chiarito composizione e funzioni, mentre FIGC e Lega si sono allineate ai nuovi flussi: due checkpoint l’anno (fine novembre e fine maggio) in vista delle due sessioni di mercato. È qui che si decidono i blocchi soft e gli eventuali rientri dopo aumenti di capitale o plusvalenze.

Dalla UEFA al campionato italiano la stessa direzione sui costi della rosa

Il quadro domestico corre parallelo a quello europeo. La UEFA ha introdotto la “squad cost rule”: tetto alle spese per salari, ammortamenti e commissioni al 90% dei ricavi nel 2023/24, 80% nel 2024/25 e 70% dal 2025/26. Anche club italiani hanno già sperimentato le conseguenze delle verifiche europee: la Roma, per esempio, ha ricevuto sanzioni pecuniarie per lievi sforamenti degli obiettivi intermedi, senza misure sportive. Segno che i controlli non sono teorici e che l’allineamento alle percentuali è diventato imprescindibile.

Impatto sul mercato e mosse possibili tra saldo zero e creatività sostenibile

Cosa significa, in pratica, “saldo zero”? Che puoi prendere un calciatore solo se ne esce un altro di pari costo, oppure se abbassi il monte ingaggi, o se registri plusvalenze che alleggeriscono il numeratore del CLA. In assenza di ricavi nuovi, il mercato si trasforma in scambi, prestiti con diritto e rientri dai prestiti. Molte società hanno già usato aumenti di capitale per rientrare nei parametri, ma non tutte potranno farlo ogni semestre. Qui i numeri pesano: con lo 0,8, 100 di spesa richiedono 125 di ricavi; con lo 0,7, ne serviranno 145. Chi anticipa cessioni intelligenti o valorizza i giovani può guadagnare un piccolo margine d’azione.

Cosa aspettarsi da qui a metà dicembre e cosa cambierà dalla prossima estate

Il calendario è serrato: la Commissione comunicherà i giudizi entro metà dicembre, poi scatteranno gli eventuali blocchi soft per la finestra invernale. La partita vera, però, si giocherà da giugno quando la soglia domestica scenderà a 0,7 e il tetto UEFA al 70% diventerà standard europeo: meno spazio per scommesse costose, più incentivi a costruire ricavi ricorrenti e academy sostenibili. L’idea di fondo è semplice: costi della rosa in equilibrio con i ricavi, mercato più sobrio e club più solidi. A quel punto, più che il colpo di scena, conterà la capacità di far tornare i conti.