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"Italia ti amo, ma smetti di perseguitarmi". Diego Armando Maradona si sfoga così. Il sogno dell'ex Pibe de oro sarebbe quello di allenare un giorno il suo ex Napoli ma il debito con il fisco italiano, che chiede a Maradona poco meno di 40 milioni di euro, glielo impedisce. ''Ogni volta che metto piede in Italia mi sento un perseguitato - confessa al Corriere dello Sport -. Ogni volta che ci torno mi sento addosso una sensazione orrenda. Ce l'ho con il fisco italiano che mi fa sentire un ladro, un truffatore. Ma io non ho mai rubato nulla all'Italia e agli italiani. Ho solo dato gioia e divertimento in campo''.
"Qualche dirigente del Napoli fece il furbo - si difende Maradona -. Io sono la vittima, non il colpevole. E invece in Italia sono diventato il simbolo dell'evasione fiscale. E' un'ingiustizia. Ma serve un atto di coraggio da parte della politica italiana per farmi tornare. So di non essere l'unico in Italia a sentirsi perseguitato dall'ufficio delle tasse, ma non so se ad altri - ricorda - hanno mai tolto l'orologio dal polso oppure un diamante dall'orecchio''.
"Il futuro? Intanto c'è l'Al Wasl, la voglia di farlo conoscere. Non lo nego, mi piacerebbe una squadra italiana. E se questa squadra fosse il Napoli, beh allora si realizzerebbe un sogno'', conclude.