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Juventus, Cobolli Gigli: "Più gol e meno parole"

Pubblicato il 17 febbraio 2012 alle 10:28:35
Categoria: Serie A
Autore: Redazione Datasport.it

"Con qualche gol in più ci saranno meno occasioni di lamentarsi. Questa squadra ha dimostrato di non essere in grado di sfruttare il lavoro in attacco". L'ex presidente della Juventus, Giovanni Cobolli Gigli, commenta così le proteste dei bianconeri per l'arbitraggio di mercoledì sera a Parma e, in generale, per il comportamento dei direttori di gara nel corso dell'intero campionato. "Dovremmo con fede sportiva pensare che l'arbitro è un uomo che sbaglia - prosegue Cobolli ai microfoni di Sky Sport 24 -. Certo, dal punto di vista numerico, un solo rigore per una squadra votata all'attacco sembra poco, però credo che non ci sia questa intenzione strategicamente discussa in qualche stanza dell'associazione arbitri di non dare rigori alla Juve".

L'ex presidente bianconero ha parole d'elogio nei confronti di Antonio Conte, che era uno dei candidati alla panchina anche sotto la sua presidenza ("Era nella griglia di valutazione di Blanc quando poi è stato riconfermato Ferrara", precisa): "Non posso che manifestare apprezzamento per il lavoro che fa Conte - conclude quando vedo la squadra festeggiare con Storari e Del Piero che si abbracciano, due che hanno poco spazio, è segno che l'allenatore è capace di tenere saldo lo spogliatoio e questo è un fatto importante".

Sabato prossimo a San Siro ci sarà l'attesissimo big match Milan-Juventus e Cobolli Gigli non può non dedicare qualche battuta a Zlatan Ibrahimovic, la cui presenza dipende dall'esito del ricorso presentato dai rossoneri contro la sua squalifica: "Noi abbiamo fatto di tutto per trattenerlo, Nedved ha provato in tutti i modi a cercare di convincerlo (nell'estate 2006 dopo lo scoppio di Calciopoli, ndr) -. Se non ci sarà contro di noi non sarò dispiaciuto. Se la sua cessione è dipesa da un fatto economico? Ibra, oltre a essere un grande campione, è sensibile alle remunerazioni. Ricordo la notte dei grandi pugni sul tavolo nella riunione tra lui, il suo agente, Blanc e Secco, io ero in un'altra stanza. Passò all'Inter che gli diede una remunerazione tre volte superiore alla nostra. In primo luogo era una questione economica e la Serie B non lo motivava a rimanere. Del resto non aveva un senso di juventinità come Del Piero oppure un senso di ironia come Buffon".