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Lo scudetto nel 2012, la Champions League nel 2013. Sogna in grande Andrea Agnelli, ma su basi solide. La sua Juventus ha conquistato il tricolore al termine di una sensazionale cavalcata e si appresta a disputare di nuovo la più importante rassegna continentale: "Non è mai troppo presto - chiarisce il presidente bianconero in un'intervista alla Cnn -. La Juventus prende parte ad ogni singola competizione con l'ambizione di vincerla. Penso che la nostra squadra debba essere sempre competitiva nel corso della stagione, come i principali top team europei".
La sconfitta nella finale di Coppa Italia contro il Napoli nulla toglie alla strepitosa stagione della Vecchia Signora: "Se a settembre mi avessero detto 'Alla fine dell'anno vincerai lo scudetto, ma perderai la finale di Coppa Italia', avrei firmato un centinaio di volte - prosegue Agnelli -. Non ci sono dubbi, siamo estremamente orgogliosi di quello che abbiamo ottenuto. Penso che sia un risultato straordinario, abbiamo appena perso la ciliegina sulla torta ma possiamo lasciarla per il prossimo anno". Lo scudetto ha riaperto la querelle su Calciopoli e sui due titoli tolti dalla giustizia sportiva: "Per i documenti ufficiali è il numero 28, ma per ogni singolo juventino nel mondo è il 30 - afferma -. Nelle nostre emozioni e nei nostri sentimenti ne abbiamo 30".
Nota stonata l'addio di Alessandro Del Piero: "Alessandro rappresenterà per sempre la Juventus - precisa Agnelli -. E' stato il nostro capitano per dieci anni e con che finale: ha lasciato sollevando un trofeo, che storia incredibile. Ha avuto una standing ovation di 15 minuti quando ha lasciato lo stadio e penso che dobbiamo essergli grati perché ci ha dato tante gioie".