Italia, Sacchi duro con Balotelli: "Manca intelligenza e spirito di squadra. Federazione? Non c'è progetto"

Pubblicato il 8 settembre 2018 alle 20:00:37
Categoria: Notizie Calcio
Autore: Luca Pifferi

L'ex allenatore del Milan e della Nazionale italiana, dopo il pareggio degli azzurri con la Polonia, e critica la prestazione di Mario Balotelli. Intervistato da Radio Deejay, Arrigo Sacchi analizza la partita di Super Mario: “Mario deve capire che il calcio è un gioco di squadra. Bisogna avere poche idee ma chiare e l’intelligenza conta più delle abilità tecniche. Serve generosità, passione, professionalità. Tutti hanno a disposizione la macchina, ma per metterla in moto serve benzina, e nel calcio la benzina è rappresentata dall'intelligenza, dalla passione e soprattutto dalla professionalità. Inoltre, deve esserci anche spirito di squadra”.

Riallacciandosi al discorso dell'attuale commissario tecnico dell'Italia Roberto Mancini, Sacchi espone la propria opinione sullo scarso minutaggio concesso ai giovani italiani e sulla brutta sconfitta rimediata dagli azzurrini contro l'Under 21 della Slovacchia: "I giocatori dell’Under 21 hanno avuto un atteggiamento vergognoso: si sono dimostrati presuntuosi ed arroganti ed è per questo che hanno perso malamente la partita. Spesso, nel calcio, i veri nemici e i primi ostacoli da superare non sono gli avversari, ma siamo noi stessi . Problema di mentalità? L'Italia è un paese in cui pur di vincere si venderebbe l’anima al diavolo: non riusciamo a cogliere la differenza tra una vittoria meritata e una poco meritata che ha poco futuro dentro di sé”.

Considerazione finale sulla Federazione italiana e sulla mancanza di un progetto serio e di lunga durata: "La federazione conta più della squadra e dell’allenatore, così come la squadra conta più del singolo. Invece, siamo in un paese in cui il singolo prevale sul collettivo. La Federazione non impone regole perché è alla ricerca del potere più che di un progetto chiaro e futuribile. Si punta ad accontentare tutti ma si finisce per ottenere il risultato contrario. Ci manca l'orgoglio: oggi fare il commissario tecnico della nazionale è ancora più difficile rispetto agli anni passati".