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Gli azzurri Over 40 hanno fallito sia pure per un soffio la finale per il terzo posto contro la Lituania (79 - 81). La gara è stata molto combattuta, e non sono mancate punte di asprezza fra i contendenti. Quella dell'Italia è stata una partita in chiaroscuro: gli azzurri hanno avuto il grande merito di non mollare mai e di inseguire per quasi tutta la gara fino a riuscire a guadagnare un vantaggio prezioso in dirittura d'arrivo, a pochi secondi dalla fine; ma hanno avuto il torto di non aver saputo difendere il vantaggio e di essersi fatti superare in volata sul filo della sirena.
Cominciamo dalla fine. A 21 secondi dalla fine gli azzurri, a conclusione di una lunga rincorsa, si portano avanti di 5 punti (79 - 74), un vantaggio che sembra decisivo. Ormai è fatta, pensano in tanti nella spedizione italiana. Invece succede l'imprevisto. I lituani segnano in fretta, ma gli azzurri non riescono ad amministrare il residuo vantaggio di tre punti. Mancanza di concentrazione, leggerezza, superficialità, va a capire: fatto sta che i lituani recuperano la palla, imbastiscono in fretta l'azione d'attacco e segnano. Resta un vantaggio di tre punti per l'Italia, che, com'è, come non è, non segnano e la palla passa agli avversari. Altra veloce azione lituana, altro canestro.
Di un punto avanti, l'Italia non ce la fa a difendere il possesso. Mancano due secondi quando il pallone finisce nelle mani del cannoniere lituano Darius Lukminas, che dall'angolo, cadendo indietro, spara la bomba della disperazione e finisce a terra. Canestro da tre, sirena finale, Italia beffata quando già i suoi giocatori si sentivano al collo la medaglia di bronzo. Peccato, gli azzurri avevano rincorso per tutta la gara con dedizione e agonismo gli avversari, che avevano il cui margine di vantaggio aveva toccato anche i dieci punti. Bravissimi fino a una ventina di secondi dalla fine. Poi il black out. Con l'aggravante non piccola che gli azzurri avevano ancora un fallo da spendere e non lo hanno speso.
In casi come questo il bosniaco Aza Nikolic, uno dei più grandi allenatori esistiti, uno che Dan Peterson ha chiamato 'il padre del basket jugoslavo', era solito rimproverare così: "Voi fatto come mucca bosniaca che dà tanto latte, ma poi con zampa rovescia secchio". Proprio così, gli azzurri hanno rovesciato il secchio; dentro c'era la medaglia di bronzo, che i lituani sono stati lesti a prendere e a mettere al collo.
Se nella partita decisiva l'Italia Over 45 era partita a spron battuto mettendo ko la Russia, l'Italia Over 40 ha fatto il contrario, lasciando troppo spazio ai tiratori da tre, che non si sono fatti pregare per accaparrarsi subito un buon vantaggio di 10 punti alla fine del primo quarto, chiuso 30 - 20. Poi, pungolati da Bucci, si sono buttati alla rincorsa, puntando sulla velocità e il contropiede, con Corvo a imperversare nelle sue entrate rapinose, mentre Delli Carri e Esposito realizzavano bombe importanti.
Raggiunti gli avversari al riposo (46 - 46), gli azzurri sono scivolati di cinque punti alla fine del terzo quarto (62 - 67), hanno insistito con coraggio e alla fine dell'ultimo quarto, sono usciti dal tunnel. Con cinque punti di vantaggio a 21 secondi il risultato di solito è al sicuro. Ma non è successo. Il destino e il caso non c'entrano. Peccato, certo, ma il peccato è stato commesso degli azzurri, e non è veniale.
I lituani hanno giocato secondo il loro perimetrale stile, tentando molti più tiri da tre che da due. Per la precisione hanno tirato 31 volte da due, realizzandone 16 (51,6%). Nel tiro da tre hanno fatto registrare 42 tentativi realizzandone 17, con la bella media del 40,5% di realizzazione.
Lukminas, il fromboliere più prolifico, ha chiuso la gara con 9 su 19 da tre (e un 47,4% di realizzazione!), e un solo tentativo da due (realizzato). Gli azzurri non sono riusciti a limitare il bombardamento da oltre l'arco: soprattutto Lukminas ha avuto vita troppo facile. Altro punto dolente per l'Italia è quello dei rimbalzi: 32 contro 42 dei lituani.
Per la piccola storia del maxibasket questa è la prima volta che una squadra azzurra allenata da coach Bucci non sale su podio. Secondo il regolamento della Fimba, tuttavia, a chi arriva quarto viene data comunque una medaglia. Che comunque non deve servire da consolazione, ma da stimolo per il prossimo appuntamento, il mondiale di Salonicco del 2013.