Sensazioni bellissime. Ecco perché Roberto Donadoni tornerebbe volentieri sulla panchina della Nazionale, dopo l'esperienza del biennio 2006-2008 conclusa con l'eliminazione dell'Italia ai quarti di finale dei campionati europei di Austria e Svizzera contro la Spagna ai calci di rigore. Bilancio a parte (13 vittorie, 5 pareggi e 5 sconfitte in 23 partite disputate), a rendere entusiasmante l'esperienza del 53enne tecnico di Cisano Bergamasco è quel tipo di responsabilità che sola la guida tecnica di una Nazionale riesce a dare. Lo dice apertamente in un'intervista rilasciata al bimestrale Undici, dove Donadoni si racconta come calciatore e allenatore: "L'esperienza da ct la rifarei perché mi è piaciuto molto quel tipo di responsabilità - dice -. E' stato bello, anche se sei un po' abbandonato a te stesso"
A Bologna, però, l'ex allenatore di Napoli e Parma ha ritrovato il lavoro quotidiano sul campo e una realtà con la quale si trova benissimo: "Bologna è una città bella - continua il mister rossoblù -, con della gente che mi ha accolto in maniera cordiale e positiva, e questo è un motivo di maggiore responsabilità. C'è tanta passione, stiamo lavorando bene, ma dobbiamo continuare a farlo". Certo che, se alla fine arrivasse una chiamata dalla Federazione, chiedere a Donadoni di rimanere all'ombra delle torri Asinelli e Garisenda sarebbe alquanto difficile per la dirigenza rossoblù.