Nel giorno del suo compleanno Peter Sagan annuncia il ritiro dalle corse. Il 33enne slovacco, istrionico, rockstar, il primo a capire l’importanza dei social, campione del mondo per tre volte consecutive (2015 - 2016 - 2017), uomo da classiche Monumento, Giro delle Fiandre, Parigi-Roubaix, per non parlare di 3 Gand-Wevelgem, le tappe nei 3 grandi Giri, con il record di 7 maglie verdi (classifica a punti), per un totale di 121 vittorie, ha deciso di dire addio alle corse su strada. Un ciclista moderno, simpatico, sempre sorridente, con i suoi scherzi, le sue impennate. Soprannominato Tourminator, Hulk non lascia però del tutto la bicicletta. Finirà probabilmente la stagione su strada al Mondiale di Glasgow, per poi dedicarsi al suo primo amore, la mountain bike. Agli inizi della carriera infatti è riuscito a vincere l’oro (categoria juniors) agli Europei del 2008 e lo vedremo all’opera alle Olimpiadi di Parigi 2024. Questa è la 14esima stagione su strada, ha vinto ogni anno sempre protagonista sia sulla strada che fuori. Certo dispiace perdere un personaggio a soli 33 anni che ha dato visibilità al ciclismo, uno che ha praticato tutti gli sport in bici, cimentandosi anche nel ciclocross e gravel (ghiaia), una nuova disciplina riconosciuta dall UCI che nell’ottobre scorso ha organizzato il primo campionato del mondo svolto nel Veneto, da Vicenza a Cittadella vinta dal belga Gianni Vermeersch che ha preceduto il nostro italiano Daniel Oss e Mathieu Van der Pool, con Sagan 14esimo. Il ciclismo per il campione slovacco è sempre stato divertimento, passione e ha capito che dopo tanti sacrifici, di vittorie, di obiettivi da raggiungere e il momento di smettere, con il sorriso quello che lo accompegnerà quest’anno per tutte le strade in cui pedalerà con il pensiero che il primo amore non si scorda mai.
A cura di MARCO FOIANESI
