IL PUNTO DI FOIANESI: L’ITALIA DI RETEGUI

Pubblicato il 24 marzo 2023 alle 18:03
Categoria: Foianesi
Autore: Marco Foianesi

Alla prima partita valida per l’Europeo 2024, l’Italia ha perso per 2-1 contro l’Inghilterra. Una falsa partenza che pregiudica il proseguo del cammino, già di suo complicato. Una sconfitta casalinga nel girone di qualificazione che non si registrava dal 9 settembre 1999 contro la Danimarca, guarda caso nello stesso stadio di Napoli. La nazionale ha giocato con una maglia celebrativa in ricordo di Gianluca Vialli. Un tributo doveroso ad uomo che ha dato tanto al calcio italiano, sia sul campo che fuori, come nella recente vittoria agli Europei 2021, proprio contro i maestri del calcio.

Sembra che sia passato un decennio da quel trionfo tanto inaspettato quanto meritato. Hanno lasciato il calcio che conta, Chiellini, Insigne e Bernardeschi emigrati negli Stati Uniti.Chi per motivi economici, chi anagrafici. Il più bel centrocampo d’Europa sembra stanco e povero di idee. In difesa Bonucci viene convocato ma non utilizzato. La Juventus non rappresenta più la nazionale. La partita contro l’Inghilterra ha interrotto la serie bianconera che durava dal 1994. Il blocco juventino ha sempre contraddistinto la maglia azzurra. Tanto per ricordare la filastrocca dei memorabili mondiali spagnoli del 1982, tutti noi sappiamo che Zoff, Gentile, Cabrini....Scirea, Tardelli, Paolo Rossi più che una formazione è una preghiera calcistica. Con tutto il rispetto per i giocatori stranieri che vengono a giocare in Serie A, il nostro movimento è in netto declino. Tanto per capire sembra che gli attaccanti italiani sono spariti dall’area di rigore del nostro campionato.È rimasto il solo Immobile, gli altri non giocano o non segnano, o non cantano più. Il Ct Mancini ha pescato un ragazzo oriundo in Argentina. Tale scoperta che tra l’altro è l’unica nota positiva della serata, debutto con gol, è molto significativa. Nessuno discute le capacità dell’attaccante del Tigre, ma era necessario scomodare l’anagrafe del Comune di Canicattì per convocarlo? L’oriundo ricorda il momento negativo anni 60, post eliminazione mondiali 1958. All’epoca vestirono la maglia azzurra campioni del calibro di Sivori, Angelillo ed Altafini. Tutti nati in Sud America ma che motivi di parentela potevano vestire la maglia azzurra. Ultimamente ricordiamo Joao Pedro nella disfatta contro la Macedonia. Una partita che ci ha condannati entrambi a vedere i mondiali in televisione. Joao Pedro è sparito in Turchia come del resto facciamo fatica a ricordare le apparizioni dei vari Amauri, Schelotto, Luiz Felipe. Retegui ha solo 23 anni e non ha voluto aspettare la chiamata del Ct dell’Argentina Scaloni. Forse Messi neanche lo conosce come noi del resto. Il Ct Mancini non è nuovo a queste scoperte ed intuizioni. Più che scelte sembrano delle provocazioni, le mancinate. Con Zaniolo, che non aveva mai giocato un minuto in Serie A ci aveva visto giusto. Ora è la volta del 17enne Pafundi, gioiellino dell’Udinese. IL problema che non gioca mai. Troppo piccolo per i grandi, e troppo grande per i piccoli. Solo 9 minuti in Serie A e nemmeno una apparizione nella primavera. Questa è in sintesi il paradosso del calcio italiano. Ci sono giovani talenti di speranza e si fa ricerche anagrafiche. Per la cronaca il nonno di Reteguei era di Canicattì.

 A cura di Marco Foianesi