IL PUNTO DI FOIANESI: HAPPY BIRTHDAY SPECIAL ONE

Pubblicato il 27 gennaio 2023 alle 09:01
Categoria: Foianesi
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José Mourinho in arte "Special One" è nato il 26 gennaio del 1963, a Setubal, in Portogallo. Prima di diventare un allenatore è stato un calciatore mediocre. La sua prima intuizione è stata quella  di capire che a pallone, pur giocando nella Primeira Liga nel Rio Ave nel Belenenses, vale a dire squadre che giocavano e giocano la Serie A portoghese, non aveva tanto successo, era uno dei tanti. Così ha iniziato a collaborare con il padre nel Belenenses, seguendo le squadre avversarie e poi fare l’assistente, sempre in Portogallo nello Sporting Lisbona e Porto. Poi chissà se ha fatto il portoghese (colui che non paga il biglietto) ha preso l’areo per volare a Barcellona dove lo attendeva un mentore del calcio, Louis Van Gaal. Dopo di 4 anni di studio, si mette in proprio e inizia la sua strepitosa carriera. Dove è andato ha vinto, 26 trofei, ogni anno un timbro, solo a Londra nel Tottenham non ha lasciato il segno. E’ inutile parlare della sua bacheca, sta di fatto è l’unico allenatore capace di alzare le 3 competizioni Uefa, Champions League, Coppa Uefa o Europa League e Europa Conference League, 7 finali, 4 trofei. Cosa ha di tanto speciale lo Special One? La comunicazione ma non perché  parla 6 lingue.Un uomo intelligente, intuitivo che ha 27 anni ha lasciato il calcio giocato per intraprendere la carriera da allenatore. Un provocatore, che con le sue frasi mette pressione agli avversari. Come non ricordare “zeru tituli”. I suoi gesti, le sue esultanze. A Barcellona in semifinale nel 2010, l’anno del triplete, corse in mezzo al campo infastidendo i catalani che accesero gli idratanti. Ogni volta che ritornava in Italia, nemico giurato della Juventus, del Milan faceva di tutto per innervosire l’ambiente. Il gesto dell’orecchio, il segno con le dita del triplete. Ogni mossa studiata, sempre alla ricerca dello scontro mentale, al limite della sopportazione che gli ha portato anche qualche espulsione chiaramente. Il gesto delle manette in un Inter-Sampdoria, quello del telefono in Roma-Verona. Migliore allenatore al mondo? A questa domanda abbiamo anche sua frase che ci fa capire come si considera: “non sono il migliore al mondo ma penso che nessuno sia meglio di me”. Cosa aggiungere, niente, rimani spiazzato e pensi, certo che lo Special One mica è un pirla!!!!

 

A cura di MARCO FOIANESI