Giro d'Italia, Froome si difende: ''Non sono dopato, ho il diritto di essere qui. Voglio imitare Merckx''

Pubblicato il 2 maggio 2018 alle 20:05:00
Categoria: Notizie Ciclismo
Autore: Marco Corradi

Mancano ormai due giorni all'inizio del Giro d'Italia, che scatterà da Israele e dalla cronometro di Gerusalemme (9.7km), per poi effettuare altre due tappe nella culla della religione ebraica (una partenza dedicata a Gino Bartali, nominato ''Giusto tra le Nazioni'' e onorato allo Yad Vashem: rischiò la vita per consegnare dei salvacondotti per dei cittadini ebrei) e tornare in Italia, dove si affronteranno salite storiche come lo Zoncolan e Montevergine di Mercogliano e alcune nuove asperità. E, nell'antivigilia della corsa rosa, si sono tenute le conferenze stampa di presentazione del 101° Giro, che hanno visto impegnati Chris Froome, Fabio Aru e Tom Dumoulin, i tre protagonisti attesi della corsa più amata dagli italiani. Molto attese in particolare le dichiarazioni del britannico nato in Kenya, ancora sotto indagine per la positività al salbutamolo, ma non sospeso dall'UCI e dal suo team. 

Froome potrà così gareggiare al Giro, e si è difeso così: ''Capisco la frustrazione di Dumoulin e di alcuni corridori - esordisce il capitano del team Sky-, però ho il diritto di essere qui a lottare per vincere, e ho anche il diritto di combattere per dimostrare a tutti che non sono dopato e non ho sbagliato. La crono d'apertura? Si tratta di una buona opportunità per guadagnare secondi preziosi - sentenzia il britannico -, indossare la maglia rosa nella prima tappa sarebbe positivo. Dumoulin è uno dei favoriti e ci sono tanti km a cronometro, ma in tre settimane può succedere di tutto''. Chris Froome, tra l'altro, inseguirà un record fatto segnare da Merckx (1972-73) e Hinault (1982-83), la vittoria di tre grandi giri consecutivi a cavallo di due stagioni (il belga arrivò a quattro), e non si nasconde: ''Questo traguardo è una delle motivazioni che mi hanno spinto a venire al Giro. Per me è speciale correre qui, voglio dimostrare di essere il migliore - spiega Froome -: ho già corso il Giro con la Barloworld (2009-2010), ma ora è tutto diverso. Il Giro sarà il miglior viatico per il Tour''. 

Prima di Froome, aveva parlato il campione in carica, un Tom Dumoulin rilassato e determinato, che vuole provare a ripetersi anche su un percorso estremamente duro: ''L'esperienza ti permette di migliorare e affrontare tutto in modo migliore, un anno in più aiuta tantissimo. Sono felice di essere qui - spiega l'olandese -, il percorso mi piace e il fatto di partire venerdì col numero 1 è estremamente stimolante: non mi era mai capitato. La partenza da Israele? Bellissima, è sempre bello fqare nuove esperienze". Gli fa eco Fabio Aru, che torna al Giro dopo averlo saltato per infortunio nel 2017: ''Avevo tanta voglia di tornare qui. So di dover fare un salto in avanti nella mia carriera e non mi nascondo - racconta il Cavaliere dei Quattro Mori -e non mi nascondo: sono qui per vincere, per divertirmi e per divertire. Froome? Al Tour of the Alps sembrava indietro di condizione rispetto a Pinot, Pozzovivo e Lopez, ma sappiamo tutti di cosa è capace. Lui e Dumoulin sono superiori a tutti''.