Giro d'Italia, lo sfogo di Elia Viviani: ''Giudizi troppo superficiali, mi sono preso una rivincita''

Pubblicato il 18 maggio 2018 alle 19:05:27
Categoria: Giro d’Italia
Autore: Marco Corradi

Un'esultanza rabbiosa, tipica di chi ha qualcosa da recriminare e vuole reagire alle tante critiche che gli sono state inflitte negli ultimi giorni. Dopo le due vittorie israeliane, Elia Viviani non ha vissuto giorni facili, staccandosi nelle ultime tappe e perdendo le ruote dei migliori anche nella tappa di ieri, con l'interessante arrivo di Imola: Sam Bennett aveva rosicchiato parecchi punti al campione olimpico dell'omnium e riaperto la corsa alla maglia ciclamino, ma quest'oggi lo sprinter della Quickstep-Floors ha risposto alla grande, vincendo la 13a tappa e alzando le braccia sul traguardo di Nervesa della Battaglia. Per lui un grande successo (il terzo in questo Giro), e qualche sassolino da togliere dalla scarpa al termine della tappa, con la pronta risposta ai suoi detrattori: ''Viene sempre tutto esagerato. Non arrivo tra i primi per un paio di giorni e tutti a chiedersi dove sia sparito Elia Viviani - esordisce lo sprinter azzurro -. Oggi abbiamo reagito bene e zittito tutti, conosciamo i nostri limiti e sappiamo dove soffriamo e dove possiamo fare la differenza. Non sono stati giorni facili - spiega Viviani -, ci siamo fatti recuperare 70 punti in classifica da Bennett, e c'era da dimostrare qualcosa. Ieri abbiamo avuto problemi, ma ci siamo fatti una birra al termine della tappa e stamattina siamo tornati più carichi che mai: grazie alla squadra che crede in me, grazie alla famiglia e alla mia ragazza Elena (Cecchini, anche lei ciclista della nazionale) che mi supportano nei momenti-no. Le critiche mi caricano, veniamo giudicati troppo superficialmente''.

Viviani poi prosegue nel suo sfogo, com'è giusto che sia per un atleta che ha vinto tre tappe al Giro e veniva dato per spacciato nei restanti sprint: ''Ci vuole calma nei giudizi. Mi fa incavolare la gente che chiede dov'è sparito Elia e cosa fa - prosegue il velocista -. Ieri, durante la salita, una persona ha avuto il coraggio di chiedermi cosa ci facessi là e perchè non mi fossi ancora ritirato. Ci voleva una risposta, e l'abbiamo data come squadra: abbiamo rimesso un bel mattoncino per la maglia ciclamino, vincendo anche in Italia dopo i due successi in Israele''. Con questo successo Elia Viviani ha superato Sam Bennett, fermo a due vittorie, e la soddisfazione (mista alla rabbia) è palpabile: ''Quando le cose vanno male pensi a tutto, ma ieri abbiamo valutato ciò che era successo e abbiamo anche pensato al fatto che non facevo un grande Giro da due anni e mezzo - Sky l'aveva spesso lasciato fuori da Giro, Tour e Vuelta -, e dunque giornate del genere vanno messe in conto. Chi mi ha visto all'arrivo sa che non ero stato bene, capita. Mi scuso coi tifosi se li ho trascurati, ma quando si hanno mille pensieri in testa si tende a ignorare tutto il resto. Stamattina avevamo il dente avvelenato ed è servito: quando ti criticano, ti danno una carica enorme e si è visto in gara. Sono molto soddisfatto di essere tornato davanti a tutti''. Domani Viviani vivrà la giornata più difficile per un velocista: gli sprinter faranno gruppo per superare lo Zoncolan ed entrare nel tempo massimo. Chi sopravvivrà, potrà giocarsi la maglia ciclamino nei restanti sprint della terza settimana.