Comunque vada, sarà una stagione storica. Sì, perché per la prima volta ci saranno venti gare in calendario, perché per la prima volta scenderanno in pista sei campioni del mondo, perché sarà la prima stagione dal 1992 in cui non ci sarà il veterano della Formula Uno, Rubens Barrichello (326 Gran Premi all’attivo), e anche perché dopo più di quarant'anni non ci sarà nessun pilota italiano al via. Nasce sotto queste particolarità la 63esima edizione del campionato mondiale di Formula Uno, a cui prenderanno parte appunto sei campioni del mondo, per un totale di 14 titoli mondiali: sette per Michael Schumacher, due per Alonso e Vettel, uno per Raikkonen, Hamilton e Button.
Difficile che a fine anno se ne aggiunga un altro perché, nel bene o nel male, le stelle saranno loro. I milioni di tifosi del Cavallino sperano ovviamente che il protagonista sia Fernando Alonso, o, male che vada, Felipe Massa. Ma la stagione 2012 della Ferrari sembra già essere in salita, almeno da quanto si evince dai test. La Red Bull va forte, la McLaren si è un po’ nascosta, la Mercedes deve necessariamente ottenere risultati e la Lotus potrebbe essere la Cenerentola del Circus. Per il Cavallino lo scenario non è dei migliori, ma Domenicali lo ha già detto: "Possiamo fare come l’Italia ai Mondiali dell'82".
Vale a dire: non partire da favoriti, zoppicare nelle prime gare e venir fuori nel finale per portare a casa il titolo. Sicuramente, la situazione non è quella che ci si augurava ma la Rossa, nel corso degli anni, ha dimostrato di saper uscire da situazioni ben più gravi. Basti ricordare lo strepitoso recupero di Alonso nel 2010, oppure la grande rimonta di Raikkonen tre anni prima. Tutte cose che la Ferrari può e deve ancora fare. Per la sua storia. Per i suoi tifosi. Per se stessa.
